Ieri, 24 settembre, è stato approvato il Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Il documento si compone complessivamente di 42 articoli: nella bozza entrata in Consiglio dei ministri, quelli dall’1 al 16 contengono le misure in materia di rilascio dei permessi di soggiorno, di protezione internazionale e di cittadinanza.
Ecco nel dettaglio le principali misure riguardanti l’immigrazione.
Stretta sui permessi – Viene abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da ‘permessi speciali’. Sei le fattispecie previste: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamità nel paese d’origine, cure mediche, atti di particolare valore civile.
Più reati su revoca asilo – Il decreto amplia la possibilità di negare o revocare la protezione internazionale per i reati di violenza sessuale, lesioni gravi rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga. È prevista inoltre la sospensione della domanda d’asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado.
Più tempo nei Cpr – La durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa da 3 a sei mesi per facilitare l’espulsione degli irregolari. Il decreto prevede anche il «completamento, adeguamento e ristrutturazione» dei centri già presenti sul territorio e la costruzione di altri. Salvini ha detto più volte che la sua idea è di realizzarne uno in ogni regione. Nel caso di sovraffollamento dei Cpr i migranti in attesa di identificazione possono essere trattenuti anche in «strutture diverse e idonee nella disponibilità dell’autorità di Pubblica Sicurezza».
3,5 milioni sul fondo rimpatri – Per potenziare le attività di rimpatrio, il decreto stanzia 500mila euro per il 2018 e 1,5 milioni per il 2019 e 2020.
Sistema Sprar – Il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dal sistema Sprar. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati (i Cara).
Via cittadinanza per reati di terrorismo – C’è poi la revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo.