«Ho voluto testimoniare al presidente e all’intero popolo eritreo un segnale di attenzione e di soddisfazione per la svolta raggiunta nell’ambito del processo di pacificazione con l’Etiopia, dopo un conflitto ventennale che ha causato decine di migliaia di vittime». Lo scrive in una nota il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a proposito della sua visita ieri, 12 ottobre, ad Asmara. «La sottoscrizione degli accordi di pace e cooperazione crea le premesse per recuperare risorse fin qui dedicate alla Difesa e alla sicurezza e destinarle allo sviluppo sociale ed economico del Paese – continua -. La pacificazione e lo sviluppo dell’intera regione del Corno d’Africa, come ho detto al presidente eritreo, possono assicurare condizioni di vita migliori alle popolazioni locali e contribuiranno a stabilizzare anche il quadro dei rapporti internazionali, stabilizzando anche i flussi migratori».
«L’Unione Africana ci aiuti negli accordi bilaterali per i rimpatri». Il premier Giuseppe Conte lancia il suo appello da Addis Abeba, a fianco del leader etiopico Aby Amhed, che è riuscito «nell’impresa storica» di avviare, dopo vent’anni di guerra, un processo di pace con la vicina Eritrea, dalla quale partono la maggior parte dei migranti che raggiungono l’Italia.
Non è un caso che Conte abbia deciso di essere il capofila in Europa visitando, primo leader occidentale, l’Etiopia e l’Eritrea all’indomani dello storico accordo. L’Italia ha molti interessi economici nel Corno d’Africa e punta “al massimo sostegno per lo sviluppo della regione”, ma indubbiamente il dossier migranti resta centrale. «L’Unione Africana – ha spiegato – può aiutarci molto nella stipulazione di accordi bilaterali per i rimpatri perché se l’Ua è pienamente coinvolta nella nostra strategia sull’immigrazione possiamo avere la possibilità di potenziare notevolmente tutte le nostre iniziative a livello europeo».