«Si riaffaccia l’ipotesi di un rinvio delle elezioni», hanno avvertito i vescovi della Repubblica Democratica del Congo di fronte alla delegazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che si è recata nella Rd Congo per accertare l’andamento della preparazione delle elezioni presidenziali, previste il 23 dicembre.
Nel loro comunicato, dopo aver ringraziato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per l’attenzione con la quale segue le vicende congolesi, i vescovi hanno elencato quelli che, a loro giudizio, sono i punti positivi e negativi della preparazione del voto di dicembre. Per quel che concerne la campagna elettorale si nota che «il 29 settembre l’opposizione politica ha tenuto un grande meeting senza ostacoli né violenza». D’altro canto, notano i vescovi, «persiste il divieto e la repressione delle manifestazioni pubbliche organizzate dai partiti politici dell’opposizione e dai movimenti dei cittadini, come la confisca dei media pubblici a beneficio del potere dominante».
I Vvescovi hanno chiesto alle Nazioni Unite di fare pressioni sul governo congolese perché garantisca a tutte le forze politiche il libero accesso ai media e tolga ogni impedimento alle manifestazioni pubbliche dell’opposizione.
La preoccupazione maggiore, secondo i Vescovi, deriva dai ritardi nella macchina elettorale. «Ci sono circa 6 milioni di votanti registrati nel registro elettorale senza impronte digitali, quando è prevista la registrazione biometria dei votanti», ricordano i prelati. Inoltre la Commissione Elettorale Indipendente (Ceni) è determinata a utilizzare la macchina elettorale elettronica nonostante la mancanza di un consenso delle parti interessate.
La Ceni sta invitando a rilento le missioni di osservazione elettorale internazionale. Tutto questo fa dire alla Conferenza Episcopale che “si riaffaccia l’ipotesi di un rinvio delle elezioni”. Le elezioni presidenziali erano previste entro la fine di dicembre del 2016, alla scadenza del secondo e ultimo mandato del Presidente Joseph Kabila. Finalmente quest’ultimo ha annunciato che non si presenterà per ottenere un terzo mandato, in violazione della Costituzione, ed ha indicato nell’ex Ministro degli Interni, Emmanuel Ramazani Shadary, il candidato del suo partito.
I vescovi da mesi avvertono che un eventuale rinvio delle elezioni congolesi potrebbe infiammare l’intera regione dei Grandi Laghi