Etiopia – Feyisa Lilesa è tornato dall’esilio

di Enrico Casale
Feyisa Lilesa

Il maratoneta etiope Feyisa Lilesa, medaglia d’argento alle Olimpiadi del 2016 nota per la sua protesta anti-governativa quando ha tagliato il traguardo, è tornato a casa dopo oltre due anni di esilio. Il corridore è stato accolto domenica mattina all’aeroporto Addis Abeba da diversi alti funzionari etiopi, tra cui il ministro degli Esteri Workneh Gebeyehu. Feyisa Lilesa ha accolto con favore i cambiamenti politici e sociali introdotti in Etiopia a partire dall’entrata in carica del primo ministro riformista Abiy Ahmed. «C’è stato un bel cambiamento nel Paese – ha detto ai giornalisti -. Ora le persone possono esprimere liberamente le loro opinioni e condannare liberamente il governo. La mia solidarietà va ai martiri che hanno sacrificato le loro vite e mi hanno restituito la libertà di tornare nel mio Paese e unirmi alla mia famiglia. Voglio tornare alle competizioni, sono fiducioso che otterrò buoni risultati per il mio Paese e per me stesso».

Feyisa Lilesa, 28 anni, viveva in esilio negli Stati Uniti a Flagstaff, in Arizona, dal 2016. Aveva scelto l’esilio dopo il suo gesto simbolico, dicendo che temeva per la sua incolumità se fosse tornato a casa. A Rio, aveva simbolicamente incrociato i polsi sopra la sua testa mentre attraversava il traguardo della maratona olimpica, come se fossero legati, riprendendo un gesto usato nelle dimostrazioni antigovernative di cui l’Etiopia era teatro in quelle settimane.

Il maratoneta, il cui gesto forte ha fatto scalpore in tutto il mondo, voleva protestare contro la brutale repressione dei manifestanti del suo gruppo etnico, gli oromo, il principale gruppo etnico del paese, la cui regione (sud e ovest) era l’epicentro del movimento di protesta.

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