Alcuni autobus che trasportavano pellegrini copti nella zona di Minya, 200 chilometri a sud del Cairo, in Egitto, sono stati attaccati da un gruppo di persone armate. Almeno sette, secondo la Chiesa copto-ortodossa, le persone rimaste uccise nell’agguato. Il portavoce Boul Halim, però, ha avvertito che il bilancio potrebbe essere anche più grave.
Secondo il sito della televisione panaraba Al Arabiya, che cita fonti copte, sarebbero stati tre gli autobus attaccati. «Persone armate sconosciute hanno sparato contro due bus che trasportavano dei fedeli ed erano in viaggio verso il monastero dell’Anba Samuel», scrive il sito. «Altri colpi di arma da fuoco sono invece stati sparati in maniera intensa in direzione di un terzo bus, ma l’autista è riuscito a far fuggire il mezzo». Al momento, sarebbero ancora in corso le ricerche degli attentatori da parte delle autorità. Al Al Arabiya ha rilanciato un comunicato in cui l’Isis rivendica l’azione.
Secondo don Rafiq Gresh, direttore di «Messager», il settimanale della Chiesa cattolica in Egitto, si tratterebbe di un’esecuzione a freddo compiuta, probabilmente, in risposta a un’operazione antiterrorismo. L’obiettivo dell’agguato: danneggiare l’immagine del Paese nel giorno di inizio del Forum mondiale della Gioventù, in corso in una località sul Mar Rosso. Il direttore ha provato a ricostruire l’attacco agli autobus: «Ci sono stati due automezzi 4X4 che hanno fermato i bus e hanno chiesto alla gente di scendere», ha detto don Rafiq. I terroristi „hanno aperto il fuoco in maniera indiscriminata e al momento ci sono sette morti e 13 feriti», ha aggiunto.
L’attacco è stato confermato anche dal vicario patriarcale e portavoce della Chiesa copto-cattolica in Egitto, Padre Hani Bakhoum. «Confermo – ha riferito – che c’è stato questo attentato sulla strada fra Sohag e Minya, verso il monastero del vescovo Samuele». Bakhoum ha ricordato che è il secondo episodio accaduto sulla stessa strada: il primo fu nel maggio 2017, un attacco in cui morirono quasi 30 persone.