Tutti i volti sorridenti nella foto conclusiva della Conferenza sulla Libia che si è conclusa questa sera, 13 novembre, a Palermo. Nell’immagine l’uomo forte della Cirenaica, il generale Haftar, e il capo del governo di unità nazionale Al Sarraj si stringono la mano davanti al premier italiano Conte.
Il maresciallo libico Khalifa Haftar, che controlla la Cirenaica, ha lasciato Palermo subito dopo aver partecipato all’incontro (durato oltre due ore e mezza) con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il presidente del governo di Tripoli, Fayez al-Serraj, e altri leader della regione. La stretta di mano tra i due leader libici c’è stata ma Haftar, come previsto, non ha partecipato ai lavori della conferenza, a causa della presenza di attori a lui sgraditi. “Non ci parteciperei nemmeno se dovesse durare cento anni”, ha dichiarato oggi Haftar in un’intervista alla tv araba Al Hadath “la mia presenza è limitata agli incontro con i ministri dell’Europa e poi riparto immediatamente”. Una sua delegazione è comunque presenti ai lavori.
Alla riunione, erano presenti tra gli altri, anche il ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e il premier russo Dimitri Medvedev. “Non si cambia cavallo mentre si sta attraversando il fiume”, ha dichiarato Haftar, ad al Serraj. Fonti riferiscono che così Haftar ha dato appoggio alla presidenza di Serraj, non prima di nuove elezioni che saranno programmate. Secondo quanto si apprende da fonti, “la riunione è stata molto cordiale, in un clima collaborativo e positivi tra tutti i presenti”. Come dimostrano anche le foto scattate, non sono mancati i sorrisi. “Qualcuno dei presenti ha anche fatto qualche battuta”, riferiscono le stesse fonti. C’è la prospettiva di nuove elezioni a gennaio.
La Turchia ha deciso di lasciare “immediatamente” la Conferenza di Palermo perché “non si può pensare di risolvere la crisi in Libia coinvolgendo le persone che l’hanno causata ed escludendo la Turchia”. Lo ha spiegato il vice presidente turco, Fuat Otkay, che era a capo della delegazione presente alla Conferenza di Palermo, parlando ai cronisti fuori da villa Igiea mentre era ancora in corso la plenaria. Il vice capo di Stato ha ritenuto “ingannevole e un processo dannoso” l’esclusione di Ankara dalla riunione della mattina con Haftar e Serraj.