Gli stipendi del presidente, degli alti funzionari e dei ministri del governo dello Zimbabwe subiranno tagli del 5% a partire dal prossimo anno. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze, Mthuli Ncube presentando giovedì in parlamento la tanto attesa legge di bilancio relativa al 2019 intitolata non a caso “l’austerità ci condurrà alla prosperità”, che prevede un budget di 6,6 miliardi di dollari e una crescita del 3,1% per il prossimo anno, come riporta Agenzia Nova. Si tratta della prima legge di bilancio del mandato da presidente eletto di Emmerson Mnangagwa, il quale, succeduto ormai da un anno all’ex-presidente Robert Mugabe, ha promesso di rilanciare l’economia del paese in grave crisi da anni, pagare i debiti e ristabilire i legami con l’Occidente. L’inflazione è arrivata al 21% e la disoccupazione resta all’80% secondo le stime.
Ncube, oltre a una privatizzazione delle imprese statali in perdita, ha annunciato “misure amare”, tra cui il pensionamento di tutti i dipendenti pubblici di età superiore ai 65 anni e la riduzione di oltre 3 mila funzionari dall’organico della pubblica amministrazione. “È fondamentale ridurre la spesa pubblica”, ha osservato il ministro, annunciando anche una riduzione del personale diplomatico all’estero. Come ricorda Rfi, i salari dei dipendenti pubblici assorbono il 90% delle entrate dello stato zimbabwano. Un vero e proprio buco nero dato che le stime parlano di almeno 250mila salari
Ncube ha poi annunciato, sempre a partire dal 1 gennaio 2019, l’entrata in funzione di un registro biometrico per i dipendenti pubblici per fare luce sui cosiddetti “lavoratori fantasma”, ovvero coloro che percepiscono gli stipendi senza rendere alcun servizio al paese. “Il processo di registrazione sarà rigoroso e comporterà l’acquisizione di dati sulla base delle lettere di nomina, dei titoli accademici e professionali e dei dati biometrici”, ha spiegato il ministro.
Al fine di rimettere in sesto il settore agricolo, verranno anche allocati 53 milioni di dollari di compensazione per i proprietari terrieri bianchi che sono stati espropriati delle loro terre durante la controversa riforma agraria di Mugabe attuata negli anni 2000.
La lettura della legge di bilancio in aula è stata movimentata. I parlamentari dell’opposizione, che contestano ancora oggi i risultati delle elezioni dello scorso luglio che giudicano truccate, si sono rifiutati di alzarsi quando Mnangagwa è entrato nell’emiciclo e quest’ultimo ne ha ordinato l’espulsione dell’aula, provocando così una rissa con le forze di polizia.