Il parlamento dovrebbe essere re-insediato il 19 settembre: lo ha annunciato ieri sera il primo ministro Tom Thabane nel suo primo messaggio alla nazione dopo il rientro a Maseru, il 3 settembre, in seguito a giorni di esilio in Sudafrica. Oggi la coalizione di partiti al potere incontrerà il re Letsie III per avere conferma della data indicata dal capo del governo.
La crisi politica in atto da mesi nel piccolo regno dell’Africa australe è sfociata in uno scontro aperto tra esercito e polizia lo scorso fine settimana, bollato da Thabane “un colpo di stato” ai suoi danni che lo ha spinto a trovare rifugio nel confinante Sudafrica “per motivi di sicurezza”.
Thabane, capofila dell’All Basotho Convention, governa con il Lesotho Congress for Democracy (Lcd), il cui segretario generale è Mothejoa Metsing, vice primo ministro del Lesotho, in rotta col capo dell’esecutivo. La lotta di potere è culminata in una mozione di sfiducia nei confronti di Thabane che il parlamento di Maseru si apprestava a votare prima di essere sospeso dallo stesso Thabane, lo scorso giugno.
Nonostante il raggiungimento di accordo politico tra le parti a Pretoria, con la mediazione del vicino ed interessato Sudafrica, teso a riportare la stabilità e la pace nel piccolo regno, le dichiarazioni rilasciate poche ore fa da Metsing fanno temere per il futuro della fragile coalizione di governo. “Non posso garantire che questa mozione non verrà approvata. Io non ho responsabilità su quello che il primo ministro vuole o intende fare” ha detto il suo vice.
Il Lesotho Congress for Democracy è stato accusato da più parti di essere dietro il tentato colpo di stato dello scorso fine settimana. A puntare il dito sul partito di Metsing è il capo della polizia Khothatso Tsooana, anche lui rifugiato per alcuni giorni in Sudafrica dopo l’incursione dei militari nella principale caserma di Maseru e il disarmo forzato dei poliziotti.
“Sabato quando hanno fatto irruzione da noi è chiaro che la questione delle armi (l’esercito ha accusato la polizia di fornire armi a militanti politici, ndr) era soltanto una scusa. In realtà i soldati cercavano file in nostro possesso che riguardano accuse di corruzione nei confronti di Metsing ma anche documenti sul luogotenente generale Tlali Kamoli (capo dell’esercito caduto in disgrazia presso Thabane, in teoria sostituito dal generale Maaparankoe Mahao, ndr) e su alcuni militari coinvolti in attacchi armati” ha raccontato Tsooana. Di ritorno in Lesotho da 48 ore, il capo della polizia ha ordinato ai suoi uomini di “tornare al lavoro” dopo giorni di assenza degli agenti dalle strade della capitale, dove la gente ha lavorato e circolato regolarmente e nella calma. – Misna