L’organizzazione non governativa Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato un’ondata di violenze sessuali avvenuta negli ultimi 10 giorni nei confronti di donne e ragazze in Sud Sudan a Bentiu nello Unity State.
Secondo quanto riportato dall’Ong, Msf ha offerto assistenza medica e psico-sociale d’emergenza a 125 donne e ragazze che sono state violentate, derubate e picchiate nella contea di Rubkona, nel nord del paese. Alcune delle sopravvissute hanno meno di 10 anni, mentre altre ne hanno più di 65. Secondo Msf, l’aumento degli attacchi alle donne coincide con l’aumento del numero di sfollati che cercano di avere accesso alle razioni di cibo nella regione. Il paese è funestato da un conflitto civile che va avanti dal 2013 causato centinaia di migliaia di vittime e obbligato un terzo della popolazione a lasciare le proprie abitazioni. In settembre le parti in conflitto hanno firmato l’ennesimo accordo di pace, ma il pese resta tutt’altro che pacificato.
La cooperante Ruth Okello ha detto alla BBC che “in tre anni di attività non ha mai assistito a un così alto aumento del numero di vittime di violenze sessuali nella sua clinica”. Dal canto suo, Lam Tungwar, il ministro dell’informazione dello stato di Northern Liech ha affermato alla Reuters che “ il rispetto dei diritti umani è in cima alla lista delle autorità, ma un numero così alto di stupri non è possibile”.
La scorsa settimana Awut Deng Achuil, ministro per il Genere, l’Infanzia e il Benessere Sociale del governo di Juba, ha dichiarato che, secondo i dati raccolti dal suo ministero, nel 2017 ci sono stati 2.297 casi di violenza di genere, il 13% dei quali stupri. Ha anche detto che i dati ufficiali sono la punta dell’iceberg di quello che quotidianamente succede nel paese. La maggior parte dei casi, infatti, non vengono denunciati: le vittime sopportano in silenzio i traumi loro provocati, mentre i responsabili rimangono impuniti.
La violenza contro donne e bambine è sempre stato un problema concreto in Sud Sudan, ma si è enormemente aggravato durante gli anni della guerra civile, hanno sottolineato rappresentanti della società civile. La Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha più volte denunciato che lo stupro è stato usato come arma dalle diverse forze combattenti nel paese.