Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) pubblicato venerdì ha lanciato l’allarme sulle morti causate da incidenti stradali nel mondo. Nel 2016 circa 1,35 milioni di persone hanno perso la vita sulle strade a causa di incidenti che rappresentano la prima causa di morte nei giovani tra i 15 e i 29 anni e anche tra i bambini tra i 5 e i 14 anni. L’Africa è il continente più toccato da questo fenomeno, con una media di più di 26 morti ogni 100mila abitanti.
Come riportato da Rfi, lo studio rivela che le strade uccidono più dell’Hiv, della tubercolosi e delle malattie diarroiche nelle fasce di età considerate. Come spesso accade, sono i paesi più poveri a fare registrare più vittime, anche se hanno meno veicoli immatricolati.
Il rapporto rivela comunque che le legislazioni e i comportamenti degli automobilisti si sono evoluti per quanto riguarda la gestione della velocità, il controllo del tasso alcolemico alla guida e l’utilizzo del casco e delle cinture di sicurezza. Nonostante questo le prospettive di ridurre le morti su strada della metà entro il 2020 saranno difficili da raggiungere. L’Oms ritiene che la volontà politica debba essere accompagnate da quella delle responsabilità degli utenti coinvolti.
Secondo lo studio in Africa i pedoni e i ciclisti sono le persone più a rischio sulle strade a causa dello stato degradato delle infrastrutture. Viene anche sottolineato che molti decessi sono causati anche dalla mancanza di servizi d’urgenza in caso di soccorso stradale che potrebbero rapidamente salvare la vita delle persone vittime di incidenti.