L’esercito dello Zimbabwe ha usato «una forza ingiustificata» contro i manifestanti dell’opposizione nella campagna elettorale per le presidenziali di quest’anno. A denunciarlo è stata una commissione indipendente che affermato che l’esercito ha agito in modo sproporzionato quando ha sparato su manifestanti in fuga.
L’esercito e la polizia si sono scontrati con i manifestanti scesi in piazza per protestare contro il partito di governo Zanu-PF accusandolo di aver truccato il voto del 30 luglio. Sei persone sono rimaste uccise. Il governo aveva incolpato alcune figure dell’opposizione accusandole di aver incitato alla violenza.
«La conclusione della commissione è che la morte di quelle sei persone è nata dall’azione dei militari e della polizia – si legge in una sintesi del rapporto finale -. L’uso di munizioni vere contro le persone, specialmente mentre fuggivano, era chiaramente ingiustificato e sproporzionato».
La commissione, composta da sette membri e creata dal presidente Emmerson Mnangagwa in seguito alla sua vittoria, sebbene abbia puntato il dito contro l’esercito ha anche accusato l’Mdc di aver creato una situazione di tensione. I leader dell’opposizione avrebbero infiammato la situazione con i loro discorsi.