I risultati provvisori delle tesissime elezioni in Repubblica democratica del Congo che si sono svolti il 30 dicembre potrebbero non esser pubblicati entro domenica. Lo ha annunciato ieri il presidente della Commissione elettorale congolese (Ceni), Corneille Nangaa all’agenzia AFP.
“Non stiamo dormendo. Facciamo del nostro meglio per pubblicare i primi risultati entro il 6 gennaio. Ma se non ci arriveremo, nessuno è tenuto all’impossibile” ha affermato Nangaa, secondo cui ad oggi, a livello di centri locali di raccolta dei voti (CLCR) si sarebbe arrivati solo al “20% di ciò che andrebbe raccolto. Tutti i 73mila dovranno essere consolidati prima di un annuncio dei risultati”.
Nangaa ha giustificato il probabile ritardo dicendo che nel piano iniziali i risultati sarebbero stati trasmessi direttamente dalle macchine per le votazioni elettroniche per aiutare a una pubblicazione più rapida dei risultati, “ma nessuno ha voluto questa procedura”, quindi la raccolta dei verbali viene fatta “manualmente”. La RD Congo è un paese immenso, esteso quattro volte la Francia, dove scarseggiano infrastrutture e vie di comunicazione. Ciò rende difficoltoso il trasferimento dei verbali e delle schede elettorali dai seggi fino ai centri di raccolta dei voti.
I principali schieramenti di opposizione hanno già affermato che il rinvio della pubblicazione sarebbe un chiaro segno di frode in corso. Diversi dubbi sulla regolarità sono stati sollevati anche da osservatori internazionali e membri della società civile. Secondo quanto affermato ieri dalla missione di osservazione dell’Unione Africana ci sarebbero state irregolarità e disfunzioni in 317 seggi, ma il voto si sarebbe svolto relativamente bene.
Sempre ieri, mentre gli Stati Uniti hanno minacciato sanzioni se non verranno pubblicati i “risultati esatti”, è stato il governo di Kinshasa a parlare attraverso le dichiarazioni del suo portavoce, Lambert Mende, per il quale le elezioni si sono svolte regolarmente, come riporta la Reuters. Mende ha ribadito che il fatto che sia stato deciso di escludere provvisoriamente dal voto circa 1 milione e 200 mila elettori a causa dell’epidemia di Ebola nelle circoscrizioni (roccaforti dell’opposizione) di Yumbi, Beni e Butembo, nell’est del Paese, “è servito ad evitare una drammatica diffusione della malattia”.
Sempre Mende ha poi spiegato lo shut down delle comunicazioni in corso e la revoca del permesso giornalistico alla corrispondente di Radio France Internationale (RFI). Il governo “fa solo il suo dovere” nell’impedire che fake news fomentino la violenza. Nel paese, infatti, il servizio di accesso a internet, ai social network e d’invio di sms è interrotto per ordine del governo congolese da lunedì.
Mentre il governo faceva queste dichiarazioni è intervenuta la potente Cenco (Conferenza Episcopale Congolese) affermando di essere già a conoscenza del nome del vincitore dell’elezione presidenziale grazie a i dati raccolti dai suoi 40mila osservatori volontari dispiegati sul territorio congolese. Stando a quanto affermato dal portavoce, Donatien Nshole “le irregolarità riscontrate non hanno potuto modificare considerevolmente la scelta che il popolo congolese ha chiaramente espresso nelle urne”. Successivamente ha poi concluso “la Ceni a questo punto è chiamata a pubblicare i risultati nel rispetto della verità e della giustizia”.