L’Unione generale del lavoro tunisina (Ugtt) ieri ha lanciato un nuovo appello per uno sciopero nazionale di due giorni, il 20 e 21 febbraio, con l’obiettivo riportare l’attenzione sull’aumento dei salari di 670 mila dipendenti del settore pubblico, secondo quanto riportato dalla Reuters.
L’annuncio arriva dopo che giovedì l’Ugtt ha indetto uno sciopero che ha il paese nordafricano. Hanno incrociato le braccia i lavoratori di ministeri, enti centrali e locali, sanità, imprese di trasporto pubblico, aeroporti e porti, ferrovie, tv e radio statali, scuole e università, anche se il governo ha garantito servizi minimi essenziali in alcuni settori. Di fatto il trasporto pubblico è stato paralizzato e l’aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine è andato nel caos con la quasi totalità dei voli annullati.
Durante le manifestazioni del giorno di sciopero nel suo discorso, il leader del sindacato tunisino Ugtt, Noureddine Taboubi, nella piazza Mohamed Alì della capitale Tunisi, storica sede del sindacato, si è schierato con i lavoratori, contro i poteri forti e i diktat dell’Fmi e i tentativi di precettazione, e aveva promesso di continuare la lotta nel caso in cui il governo non accetterà gli aumenti salariali proposti. Molti gli slogan antigovernativi e i cori di “degage” (‘sloggia’) nei confronti del premier in un tripudio di bandiere nazionali e anche della Palestina. Slogan anche contro il leader del partito islamico Ennhadha, Rached Ghannouchi.
L’Ugtt chiede l’aumento salariale per i dipendenti pubblici che al momento è tra i più bassi al mondo (250 dollari) ed è già sceso del 40% del 2014. Il governo di Youssef Chahed, invece, sollecitato dal Fondo monetario internazionale, vuole ridurre la spesa salariale del settore pubblico al 12,5 % del prodotto interno lordo (Pil) nel 2020. Oggi la spesa per i salari dei dipendenti pubblici rappresenta il 15,5% del Pil in un periodo grave crisi economica contrassegnato da un grave aumento della disoccupazione.
Il primo ministro Youssef Chahed ha criticato gli scioperi sostenendo che vanno contro gli interessi del Paese e avranno un impatto negativo sull’economia. Di contro, nel corso di una conferenza stampa, il vice segretario generale della Ugtt, Sami Tahri, venerdì ha riferito che c’è una grossa difficoltà di dialogo con il governo tunisino.