“Oggi la vita di ognuno è a rischio, ma supereremo queste difficoltà se tutti faranno quello che viene loro chiesto di fare”. Lo ha detto il presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, in un discorso pronunciato poco prima dell’entrata in vigore del coprifuoco di tre giorni, deciso nell’ambito della lotta contro l’epidemia dell’ebola. Nelle 72 ore di coprifuoco, iniziato a mezzanotte, le autorità sperano di identificare centinaia di nuovi casi. I sei milioni di abitanti del Paese dovranno rimanere nelle loro abitazioni, mentre volontari che si recheranno di casa in casa fornendo informazioni su come prevenire la malattia e distribuendo sapone. Il governo ha allestito nuovi centri per effettuare i controlli e fornire le cure ai nuovi pazienti.
Intanto la direttrice dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Margaret Chan, ha detto che l’epidemia in Africa occidentale “è probabilmente la più grande sfida mai affrontata dalle varie agenzie delle Nazioni unite in tempi di pace”. “Nessuno di noi che abbiamo esperienza in lotta contro epidemie – ha affermato Chan – ha mai visto nella propria vita un’emergenza su questa scala, con questo grado di sofferenze e con questa moltitudine di conseguenze”. Ieri il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione in cui definisce l’epidemia di ebola “una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”, mentre il segretario delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, ha chiesto ai donatori quasi un miliardo di dollari per gestire la crisi. – La Presse