La Nigeria ha preso le misure necessarie per evitare il diffodersi di ebola. Per l’Oms isolare il paese non è necessario, tanto è vero che le scuole hanno riaperto. Con eccezioni importanti, però: gli istituti sono ancora chiusi fino al 6 ottobre nelle più grandi metropoli, Lagos e Port-Arcourt.
Il preside di un istituto della capitale Abuja spiega:
“Non vogliamo correre rischi. In caso di febbre alta, anche se l’allievo non è stato individuato al momento del controllo, cosa che penso sia difficile, in classe l’insegnante chiamerà immediatamente l’infermiera a intervenire. Siamo pienamente coscienti del da farsi.”
In Nigeria, per ora è stata recensita una ventina di casi, la metà dei quali mortali. Viste le misure di igiene e sicurezza rinforzate, le famiglie degli studenti si sentono rassicurate:
“Per evitare ogni contagio, i genitori e tutti gli estranei non possono entrare – dice un papà – Tutto è pulito, è stato fatto il necessario, non c‘è da aver paura”.
Diversa la situazione in Sierra Leone, dove la quarantena di tre giorni in tutto il paese ha consentito di recensire nuovi casi e nuovi decessi, almeno 70.
Il paese più colpito resta la Liberia, con quasi 1600 morti. Il bilancio totale, in tutta l’aerea, sfiora i 2800. – Euronews