«Non vorrei entrare nei dettagli in questa fase, ma si trattava di ottenere dei chiarimenti. È l’inizio di un processo che non vorrei anticipare al momento. Ci siamo incontrati per capire cosa ha provocato questa situazione e ottenere risposte sulle cause e su dove andremo a finire, e come il governo e la Chiesa possano collaborare per risolvere questa situazione», ha affermato padre Fredrick Chiromba, Segretario Generale della Conferenza Episcopale dello Zimbabwe, commentando l’incontro che una delegazione dei Vescovi ha avuto con il Vice Presidente, Constatino Chiwenga, per discutere sulle tensioni e le proteste che nelle ultime settimane hanno provocato almeno 12 morti.
All’incontro, svoltosi il 25 gennaio, ha partecipato mons. Michael Bhasera, Vescovo di Masvingo ed ex Presidente della Zimbabwe Catholic Bishops Conference (ZCBC), che ha guidato la delegazione a nome dell’attuale Presidente, Mons. Robert Ndlovu, Arcivescovo di Harare, che si trovava all’estero. Facevano parte della delegazione Mons. Raymond Mupandasekwa, Vescovo di Chinhoyi, Mons. Paul Horan, Vescovo di Mutare e Mons. Rudolf Nyandoro, Vescovo di Gokwe. Da parte governativa, il Vice Presidente Chiwenga era assistito dal Ministro della Difesa Oppah Muchinguri e dal Direttore della Central Intelligence Organisation Director, il Generale Isaac Moyo.
Le discussioni, durate due ore, sono state definite da p. Chiromba, «molto cordiali». «C’è buona volontà da entrambe le parti» ha aggiunto.
Secondo fonti di polizia, più di 1.000 persone sono state arrestate dal 14 gennaio, quando è stato indetto uno sciopero di tre giorni dopo che il presidente Emmerson Mnangagwa ha alzato i prezzi del carburante. Le dimostrazioni di proteste sono degenerate in violenze e saccheggi. Il 29 gennaio centinaia di avvocati hanno dimostrato per le strade per chiedere giustizia per le persone detenute in carcere.
Il presidente Mnangwagwa ha lanciato un appello ai leader politici, religiosi e civili «per mettere da parte le differenze e riunirsi per iniziare un dialogo nazionale». L’appello del Presidente è stato però accolto con scetticismo da alcuni leader dell’opposizione e della società civile che hanno chiesto che si fermino subito le violazioni dei diritti umani e si proceda al rilascio incondizionato di manifestanti detenuti.
Secondo p. Chiromba «Il dialogo è ancora in sospeso ma è estremamente necessario, c’è una forte polarizzazione nella nazione e la Chiesa è nella posizione migliore per mediare».