I raid aerei condotti dagli Stati Uniti contro le postazioni di al Shabaab in Somalia non sconfiggeranno le milizie jihadiste. Lo ha dichiarato il capo del Comando Usa per l’Africa (Africom), Thomas Waldhauser, nel corso di un’audizione alla Commissione per i servizi armati del Senato di Washington. “La linea di fondo è che l’esercito nazionale somalo ha bisogno di crescere, deve rafforzarsi e assumersi la responsabilità della propria sicurezza”, ha detto Waldhauser, citato dai media statunitensi.
Come riportato da Agenzia Nova, dall’inizio del 2017, ha aggiunto il generale, gli Stati Uniti hanno intensificato il numero di raid condotti in Somalia, passati dai 35 di quell’anno ai 47 nel 2018, mentre dall’inizio del 2019 gli attacchi sono stati 12. L’ultimo è stato registrato proprio questa settimana a Banaadir nel centro-est del paese e avrebbe provocato 15 vittime fra i terroristi, secondo quanto riportato da africanews.
I raid Usa in Somalia si sono intensificati negli ultimi mesi dopo l’entrata in vigore del decreto firmato nel marzo 2017 dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per regolamentare gli attacchi con droni e le incursioni delle forze speciali in contesti al di fuori dei campi di battaglia convenzionali.
Seppur indebolito dall’offensiva dell’esercito somalo e delle truppe della missione dell’Unione africana in Somalia, Amisom, al Shabaab continua a controllare vaste zone della Somalia. Anche per questo motivo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di rinviare al febbraio 2019 il termine fissato per la riduzione del contingente Amisom, sostenendo che le forze di sicurezza somale non sono ancora sufficientemente preparate per garantire la sicurezza nel paese.