«Il bombardamento dell’aeroporto civile di Mitiga a Tripoli è avvenuto mentre stava per decollare un aereo con circa 200 persone a bordo diretto in Arabia saudita per il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca. Si è dunque rischiata una strage»: lo ha denunciato, in dichiarazioni all’Ansa, un consigliere comunale di Tripoli, Ahmed Wali, contattato per telefono.
L’aeroporto di Mitiga, finora l’unico nella capitale ancora funzionante, è stato chiuso dopo il raid aereo. Lo riferiscono fonti dell’aeroporto citate dai media internazionali. Il bombardamento avrebbe preso di mira le piste ma, nonostante si sia rischiato l’abbattomento del velivolo di linea, non avrebbe provocato vittime.
Intanto continuano le pressioni diplomatiche sui contendenti: il presidente Fayez al Sarraj e il generale Khalifa Haftar. L’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino, in un incontro con al-Sarraj «ha confermato il rifiuto da parte del proprio Paese dell’aggressione a Tripoli e della minaccia che essa rappresenta per la vita dei civili, sottolineando la necessità di un ‘ritorno dell’esercito da dove è venuto». Lo riferisce il post pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ufficio stampa del Capo del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale.
Duro anche l’intervento di l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini, al termine del Consiglio esteri. «Rivolgo un appello molto forte ai leader libici – ha detto -, e in particolare ad Haftar a fermare le attività militari in questo momento e tornare al tavolo negoziale sotto gli auspici dell’Onu». chi chiede come abbia fatto a conciliare le diverse posizioni di Francia e Italia, Mogherini risponde che non c’è stato bisogno di conciliarle perché i 28 sono «molto uniti» e sentono forte la responsabilità di «sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite». «I Paesi dell’Ue sono uniti nel sollecitare le parti in Libia ad una tregua umanitaria come raccomandato dall’Onu; a evitare qualsiasi ulteriore escalation militare e a tornare al tavolo del negoziato», ha aggiunto.