Urne aperte in Egitto. Oggi, domani e lunedì, 61 milioni di elettori sono chiamati ad accettare o a rigettare una serie di emendamenti alla Costituzione del 2014. Il quesito più importante riguarda l’estensione del mandato presidenziale, che consente ad Abdel Fattah al-Sisi di rimanere al potere fino al 2030 anziché al 2022. Gli emendamenti inoltre rendono l’esercito garante della Costituzione, fissano una quota del 25% per le donne in Parlamento e assegnano un maggior controllo del presidente sul sistema giudiziario.
Il sì alle riforme è dato per scontato. La credibilità della consultazione sarà quindi data dalla maggiore o minore partecipazione popolare al referendum. «Il primo giorno di votazioni all’estero è stato soddisfacente – ha detto il ministro egiziano dell’Emigrazione, senza fornire cifre di partecipazione –. Ma dobbiamo cercare di fare altrettanto se non meglio del referendum sulla Costituzione del 2014, quando aveva votato il 39% degli elettori».
Per raggiungere l’obiettivo, il governo sta mettendo in campo un grande spiegamento di mezzi. Pubblicità, canzoni e videoclip vengono trasmessi quasi in loop su radio e televisione pubbliche e private. Le strade sono invase da cartelloni pubblicitari e striscioni che invitano gli egiziani a votare «per la stabilità». Sono state coinvolte anche figure religiose musulmane e cristiane, il mondo delle arti e dello sport.
Se verranno approvate le riforme, il presidente al-Sisi ne uscirà rafforzato. Il suo potere e la sua influenza su ogni aspetto della vita politica sarà molto esteso. Ciò gli permetterà di affrontare con maggior forza la sua lotta all’estremismo islamico, diffuso soprattutto nella penisola del Sinai, ma anche di contrastare con più determinazione l’islam politico, rappresentato soprattutto dalla Fratellanza musulmana. Quest’ultimo movimento è stato di fatto messo ai margini della vita politica egiziana. I suoi esponenti sono finiti in prigione e le sue attività ridotte ai minimi termini. Un trend che continuerà anche nei prossimi anni. Il successo delle politiche di al-Sisi sarà però legato anche alla ripresa economica. Solo una vera crescita potrà garantire al presidente quel consenso che gli permetterà di rimanere in sella.