Le forniture militari arrivate dalla Turchia sembrano aver riportato l’equilibrio tra le forze in campo in Libia. Il carico di veicoli blindati inviati da Ankara al Governo di accordo nazionale libico (Gna) «ha quasi parificato i rapporti di forza» con le forze del generale Khalifa Haftar (che invece ricevono armi e munizioni da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania).
Lo ha detto Mohammed al-Shami, portavoce delle forze dell’esecutivo della Libia, citato dall’emittente locale Arab 21. Un carico con decine di blindati Bmc Kirpi di fabbricazione turca è sbarcato il 18 maggio a Tripoli dalla nave cargo Amazon, battente bandiera moldava e partita dal porto turco di Samsun.
Secondo al-Shami, la spedizione «non viola l’embargo Onu sulle armi» ed è arrivata a Tripoli nel quadro di «accordi legittimi e ufficiali». Per il portavoce libico, il sostegno militare turco «cambierà le sorti della battaglia militare», dal momento che le milizie fedeli al Gna «hanno resistito per 50 giorni» nonostante le attrezzature «vecchie e obsolete» in dotazione.
Il portavoce ha accusato le forze dell’Esercito nazionale libico (Lna), guidato dal generale Khalifa Haftar, di possedere «armi e carri armati sofisticati, alcuni fabbricati nel 2019 e forniti da alcuni Paesi». Dopo l’arrivo degli aiuti turchi «la guerra ora è in parità», ha assicurato al-Shami. «La battaglia – ha concluso – passerà dalla difesa all’attacco: mi aspetto che le forze governative circondino il quartier generale delle forze di Haftar prima della festa di Id al-Fitr (il 4 giugno)».
L’embargo Onu sulle armi in Libia riguarda le armi «non letali», quindi veicoli e mezzi (senza armi) in teoria non dovrebbero rappresentare una violazione. Il 21 maggio, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé, aveva denunciato delle «palesi» violazioni dell’embargo. «Stanno entrando nuovamente armi in Libia in favore di entrambe le parti. La sfacciata violazione dell’embargo con la consegna di ingenti quantità di armi e veicoli blindati alle forze del Governo di accordo nazionale a Tripoli di alcuni giorni fa avviene poco dopo la precedente consegna di armamenti moderni vietati in favore dell’Esercito nazionale libico», aveva aggiunto Salamé, invitando i Paesi che inviano le armi a cessare immediatamente questa pratica illegale.