La Corte di Cassazione francese ieri, martedì 4 giugno, ha dato il via libera all’estradizione di François Compaoré in Burkina Faso. I magistrati hanno respinto l’appello presentato dal fratello dell’ex presidente burkinabè, implicato anch’egli nell’omicidio del giornalista Norbert Zongo avvenuto nel 1998.
Prima che il suo trasferimento a Ouagadougou possa diventare effettivo, è necessaria ancora un’autorizzazione, che dev’essere concessa tramite un decreto del governo francese. Un decreto nei confronti del quale sarebbe possibile presentare un nuovo appello al Consiglio di Stato.
Lo stallo con la giustizia francese inizia domenica 29 ottobre 2017. François Compaoré viene fermato dalla polizia al suo arrivo all’aeroporto in Francia. Le autorità francesi gli contestano un mandato d’arresto emesso dalla giustizia burkinabè, che, dopo la deposizione del fratello Blaise, ha deciso di riaprire il caso dell’omicidio del giornalista Norbert Zongo. In questo caso, Compaoré è accusato di «incitamento all’omicidio».
I suoi avvocati parigini denunciano «una manovra politica» finalizzata, attraverso di lui, a raggiungere l’ex presidente. Quindi cercano di contestare questo mandato. Il risultato è un lungo procedimento giudiziario.
Dopo diversi passaggi giudiziari, il caso arriva alla Corte di Cassazione, che si è espressa favorevolmente per l’estradizione.
Ma il caso non è ancora chiuso. Il decreto di espulsione che verrà emesso potrebbe essere contestato davanti al Consiglio di Stato. Potrebbero passare ancora molti mesi prima dell’effettiva espulsione.