Altri sguardi a Venezia. L’arte guarda le migrazioni

di Stefania Ragusa

In un momento in cui i tradizionali mezzi di informazione sembrano avere abdicato al proprio ruolo per dedicarsi all’intrattenimento o al corteggiamento del potere e il claim politico di maggior successo sembra essere diventato quel “prima gli italiani” che può anche suonar bene ma in concreto non vuol dire nulla, accade  – e ce ne rallegriamo – che sia l’arte a puntare il proprio obiettivo sui social affairs. Accade che sia l’arte a raccontare, attraverso una lente di ingrandimento, quello che accade attorno a noi e a provare a mettere in campo nuove soluzioni. In questa direzione – ammirevole anche se non priva di problematiche – ha scelto di muoversi Palazzo Grassi – Punta della Dogana. Il polo veneziano, che come è noto ospita la collezione di François Pinault, presenta infatti una nuova serie di iniziative e incontri dedicati al tema delle migrazioni.

Il programma comprende: un progetto di mediazione museale sulle mostre in corso nelle due sedi espositive, rivolto a richiedenti asilo e rifugiati della Città Metropolitana di Venezia; un ciclo di incontri al Teatrino di Palazzo Grassi, in collaborazione con associazioni ed enti specializzati nell’accoglienza;  una visita guidata alla mostra Rothko in Lampedusa a Palazzo Querini, riservata tuttavia solo a chi possiede la tessera di Member di Palazzo Grassi.

Inoltre – ed è forse questo l’aspetto più interessante del progetto – fino a lunedì 1 luglio sarà possibile  proporre la propria candidatura per partecipare alla open call  Altri Sguardi. Si tratta di un progetto di mediazione museale rivolto a rifugiati e richiedenti asilo. In concreto: un’opportunità di lavoro in un contesto eccezionale (Palazzo Grassi – Punta della Dogana) preceduta da un periodo di formazione. Per partecipare i requisiti sono quattro: essere rifugiati o richiedenti asilo; avere più di 18 anni; risiedere nella Città Metropolitana di Venezia; avere una buona padronanza di una lingua tra italiano, francese o inglese. Bando e modulo da compilare possono si scaricano dalla pagina web del museo dedicata allo staff e alle opportunità di lavoro. Le mostre in cui i mediatori museali saranno coinvolti in prima battuta sono quele attualmente in corso: la personale dell’artista belga Luc Tuymans a cura di Caroline Bourgeois e Luc Tuymans, a Palazzo Grassi, e la collettiva Luogo e Segni, curata da Martin Bethenod e Mouna Mekouar a Punta della Dogana.

La pelle, mostra di Luc Tuymans a Palazzo Grassi

Vediamo ora in dettaglio il programma del 27 giugno. Dopo la visita guidata alla mostra Rothko in Lampedusa, nel Teatrinodi Palazzo Grassi ci sarà una presentazione della ONLUS Refugees Welcome Italia (RWI), nata nel 2015 all’interno del network internazionale Refugees Welcome  e che promuove una nuova cultura dell’accoglienza basata sull’ospitalità in famiglia (per un periodo che varia tra i 5 e i 12 mesi), intesa come strumento per velocizzare il processo di raggiungimento della piena autonomia. Si parlerà, in particolare, di Mai più soli, che è uno di questi programmi dedicati e si rivolge in particolare ai ragazzi neo-maggiorenni, giunti in Italia come minori non accompagnati, che rischiano un nuovo sradicamento, dovendo lasciare i centri per minorenni al conseguimento del diciottesimo anno di età. L’incontro darà la possibilità ad alcuni giovani migranti di testimoniare la propria esperienza di accoglienza in territorio Veneto, realizzata grazie alla rete regionale dell’associazione.

La riflessione intorno al tema delle migrazioni prosegue quindi con la proiezione del documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi (2016), vincitore dell’Orso d’oro al Berlin International Film Festival nel 2016. Il film racconta l’isola di Lampedusa e la sua quotidianità segnata dall’emergenza degli sbarchi di migranti provenienti dal Nord Africa. La vita scorre a Lampedusa, mentre in mare prosegue la tragedia e l’impegno dei soccorritori.

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