Ong attaccano Total su progetto petrolifero in Uganda

di AFRICA

Il colosso petrolifero francese Total è stato citato in giudizio da un gruppo di sei organizzazioni non governative tra cui Survival International e Friends of the Earth, per non aver rispettato la legge francese sul “dovere di vigilanza” delle multinazionali approvata nel 2017. In pratica accusano la multinazionale di non aver esaminato l’impatto umano e ambientale delle sue operazioni in Uganda, come richiesto dal testo.

Lo riferisce la stampa francese, spiegando che la legge obbliga le società con più di cinquemila dipendenti a pubblicare piani annuali che affrontino l’impatto negativo delle loro attività, e di quelle delle filiali e dei fornitori, sulle persone e l’ambiente. Le ong denunciano un progetto di estrazione petrolifera in Uganda, nel quale Total non avrebbe rispettato questa legge. Thomas Barrel, dell’associazione Survie, ha dichiarato che Total deve prendere in considerazione i rischi per le persone e per l’ambiente derivati dalla costruzione delle infrastrutture.

Nella loro notifica, presentata il 24 giugno, le ong sostengono che il piano 2018 di Total non fa riferimento specifico al suo progetto ugandese Tilenga, vicino al Lago Alberto, e quindi violi la legge.

Il megaprogetto Tilenga, che mira a sfruttare 419 pozzi in sei giacimenti petroliferi, potrebbe portare allo spostamento di 50mila persone e a gravi conseguenze per l’ambiente, secondo le sei ong. Potrebbe interessare, tra le altre, un’area naturale protetta nel Parco delle Cascate di Murchison, sul fiume Nilo. Il progetto prevede la costruzione di un impianto di lavorazione del petrolio e di un oleodotto per il trasporto di greggio (200mila barili al giorno) in una raffineria a Kabaale, nel distretto di Hoima, e da lì in Tanzania.

L’azienda che ha scoperto i giacimenti 10 anni fa e spera d’iniziare a estrarre l’oro nero nel 2022, attraverso una portavoce ha risposto di essere in attesa di ricevere la notifica completa prima di commentare.

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