Il Premio Caine dedicato agli scrittori africani è stato vinto dalla scrittrice nigeriana di origini britanniche Lesley Nneka Arimah. La sua breve storia satirica Skinned tratta delle sfide affrontate dalle donne nelle società africane ancora dominate dai rituali tradizionali. La storia è imperniata sulla figura di Ejem, che proviene da una cultura in cui le ragazze vengono denudate a una certa età e rimangono nude fino a quando non trovano un marito.
La scrittrice 36enne ha raccontato al Literary Hub che l’idea è nata da una conversazione sulla differenza tra donne sposate e single in Nigeria: «Un’amica si è meravigliata di come la sua famiglia, solitamente molto severa, sia diventata più aperta dopo il suo matrimonio. In Africa, spesso, il matrimonio offre alle donne la copertura per essere sé stesse».
Arimah ha dichiarato al programma Newsday della Bbc che la sua storia è ambientata in una «Nigeria alternativa… un universo parallelo al nostro». Usa l’ambiente per «toccare quegli aspetti della cultura nigeriana che privilegiano il matrimonio». Matrimonio che è un dovere per una donna, ma che apre spazi di autonomia impensabili. «Skinned è una storia audace e inquietante di autonomia fisica e femminilità – ha detto la scritrice – e fissa le linee di frattura lungo le quali le solidarietà si formano e si rompono».
Il presidente della giuria, Peter Kimani, ha descritto la storia come «un singolare racconto che riprende la lotta delle donne per l’inclusione in una società regolata da rituali».
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