Attentato all’hotel Asasey nella città portuale di Kismayo, nel Sud della Somalia. Ne danno notizia i media internazionali citando fonti locali. A quanto riporta Rita Katz in un tweet, gli shabaab hanno rivendicato l’azione suicida che è stato seguito da un assalto all’hotel. Almeno sette persone sono state uccise in un attacco in un hotel nel sud della Somalia, tra cui la giornalista televisiva somala-canadese Hodan Nalayeh.
Nell’hotel attaccato dagli shabaab erano riuniti parlamentari e dignitari locali, riporta Al Jazeera citando fonti della polizia locale secondo le quali è ancora troppo presto per sapere se ci sono morti e feriti. Il portavoce degli shabaab per le operazioni militari, Abdiasis Abu Musab ha invece affermato che all’interno dell’hotel ci sono molti corpi tra i quali quello di un bianco.
Questa nuova azione dimostra come il gruppo jihadista affiliato ad al Qaeda sia tuttora in grado di colpire obiettivi sensibili. Dati più volte per sconfitti, gli al shabaab mantengono una struttura ancora attiva e operativa in molte aree dell’entroterra e possiedono ancora basi logistiche nelle principali città della costa (formalmente in mano al governo centrale di Mogadiscio). Soprattutto riescono a gestire fonti di finanziamento che garantiscono i flussi continui di denaro che permettono di organizzare operazioni complesse.
Parallelamente questa azione dimostra la debolezza delle istituzioni. Nonostante il sostegno della comunità internazionale (Nazioni Unite e Unione africana in testa) e di numerosi Paesi stranieri (tra i quali Turchia, Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti), Mogadiscio non riesce a riportare la stabilità su tutto il territorio. Più che le azioni di forza, mancano profonde riforme che permettano di superare la povertà diffusa nel Paese.