In Nigeria, sessantacinque membri della comunità musulmana sciita, tutti aderenti al Movimento islamico della Nigeria (Imn), dovranno rispondere di violenze in diversi tribunali della capitale, Abuja, dopo tre giorni di proteste e scontri con la polizia.
I manifestanti hanno accusato la polizia di aver sparato colpi veri e di aver ucciso due dimostranti. La polizia ha però negato le accuse. Un portavoce delle forze dell’ordine ha detto che è stata utilizzata «la forza minima» e che otto addetti alla sicurezza erano rimasti feriti.
Il capo della polizia nigeriana Mohammed Adamu ha dichiarato che non ammetterà più violenze e che metterà in campo un grande schieramento di agenti per contenere le dimostrazioni dei manifestanti.
L’Imn organizza continuamente manifestazioni per protestare contro la detenzione del loro leader sheikh Ibraheem Zakzaky. Queste iniziative sfociano spesso in violenti scontri con i servizi di sicurezza. Sheikh Zakzaky è stato arrestato nel 2015 dopo un presunto tentativo di uccidere il capo delle forze armate. Il leader religioso è stato trattenuto in carcere senza accusa fino all’aprile 2018, quando è stato condannato per incitamento alla violenza. Lui nega le accuse.