La Nigeria rischia un genocidio simile a quello che ha colpito il Ruanda nel 1994. Una strage che causerebbe migliaia se non decine di migliaia di vittime. A lanciare l’allarme è l’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, secondo il quale «la situazione attuale nel Paese potrebbe portare a dure rappresaglie, spontanee o pianificate, contro i Fulani», attacchi che potrebbero trasformarsi «in un pogrom o in un genocidio simile a quello del Ruanda».
In una lettera aperta, indirizzata al presidente Muhammadu Buhari, Obasanjo avverte che «la Nigeria sta oltrepassando le soglie della sicurezza e solo un deciso intervento del presidente può prevenire un disastro imminente». Obasanjo, che ha guidato il Paese come presidente democraticamente eletto dal 1999 e al 2007, e come membro di una giunta militare dal 1976 al 1979, è noto per le sue lettere aperte ai leader politici e ha già scritto in passato al presidente Buhari.
Negli ultimi due anni, centinaia di persone sono morte negli scontri che hanno coinvolto i Fulani, etnia di allevatori, e le comunità agricole, soprattutto nelle regioni centrali della Nigeria.
La lettera di Obasanjo è stata scritta dopo l’assassinio di Funke Olakunrin, la figlia 58enne di Reuben Fasoranti, leader di uno dei maggiori gruppi etnici della Nigeria: gli Yoruba. L’uccisione di Olakunrin ha suscitato dure reazioni da parte del presidente Buhari e della polizia, che hanno annunciato «una stretta sulla sicurezza» nelle principali autostrade del Sud del Paese. Secondo Buhari e i suoi collaboratori, la donna sarebbe stata uccisa da «presunti mandriani fulani», anche se la polizia ha detto unicamente che gli assassini erano uomini armati.
Obasanjo ha avvertito che, per fermare le «tensioni etniche», Buhari dovrà smettere di soffiare «sulle braci dell’odio, della sfiducia e della violenza».