Milano − Fabbrica del Vapore − Sala delle Colonne
Presentazione
Boom di visitatori, profitti record e prospettive rosee. Gli operatori turistici in Africa hanno più di un motivo per sorridere. Tuttavia restano fragilità e problemi da risolvere per fare del turismo un settore trainante per l’economia continentale.
La rivista Africa e associazione Viafarini – in collaborazione con Associazione Italiana Turismo Responsabile, ViaggieMiraggi e Brussels Airlines – organizza a Milano il convegno Il viaggio e l’incontro: una giornata di analisi e riflessioni sullo stato di salute e le prospettive del settore turistico nel continente africano. Un’opportunità di informazione e di formazione rivolta a operatori del settore, viaggiatori, giornalisti, imprenditori e appassionati d’Africa.
All’evento interverranno studiosi e analisti, rappresentanti di tour operator, guide turistiche, antropologi, archeologi, esperti di fauna e conservazione… E una vasta platea di appassionati frequentatori del continente africano.
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Oggi il comparto del turismo in Africa vale 73 miliardi di dollari (equivale al 3% del prodotto interno lordo e al 5% del traffico turistico mondiale) e produce 9 milioni e mezzo di posti di lavoro. Alcune mete sono in pieno sviluppo, altre sono in crisi. E molto sta cambiando nel modo di organizzare i viaggi. Malgrado ritardi e problemi strutturali, le prospettive di crescita delle presenze turistiche sono notevoli: secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, il numero dei viaggiatori stranieri in Africa raddoppierà entro il 2030.
Le previsioni ottimistiche, per il turismo sia business che leisure, attirano investimenti nel settore alberghiero e dell’accoglienza, così come in quelli della logistica e della fornitura dei servizi. La competizione si fa sempre più dura anche sul fronte del trasporto aereo, con conseguente intensificazione del traffico nei cieli africani e calo delle tariffe dei voli, specie per le capitali più gettonate. Naturalmente il boom dei viaggiatori verso l’Africa pone sfide crescenti e problemi di sostenibilità.
Per limitare l’impatto ambientale, alcuni governi hanno deciso di puntare su nicchie pregiate ed esclusive. Resta delicato il tema dell’impatto sociale e culturale. Il turismo “selvaggio”, incontrollato, favorisce situazioni di mercificazione delle relazioni sociali, sconvolgimenti culturali, diseguaglianze e insicurezza. Al contrario, laddove sia ben gestito dalle autorità e dalle comunità indigene, incoraggia la crescita economica e il progresso, valorizza le tradizioni e le qualità umane, promuove stabilità e sicurezza.
Le parole d’ordine per gli operatori turistici, in Africa ma non solo, devono essere: professionalità, competenza, responsabilità. I nemici da combattere: incompetenza, ignoranza, imperizia. La vera sfida: fare del turismo un volano per lo sviluppo economico e sociale che favorisca la conoscenza reciproca e la coesione tra i popoli.
Relatori
Piergianni Addis, Federazione del Turismo Organizzato e Confturismo
Marco Aime, antropologo
Magda Antonioli, Università Bocconi, UN- WTO Courses on Tourism Policy and Strategy
Mohamed Ba, attore e griot
Dante Bartoli, archeologo
Gianni Bauce, esperto di fauna africana
Gianfranco Belgrano, direttore editoriale di Africa e Affari
Elena Dak, scrittrice e guida sahariana
Maurizio Davolio, esperto di turismo e presidente di AITR
Enrico de Luca, “ViaggieMiraggi”
Davide Demichelis, conduttore della trasmissione Rai Radici
Fatima Edouhabi, Associazione Sopra i Ponti
Modou Gueye, Associazione Sunugal
Anna Maspero, scrittrice di viaggi
Angelo Pittro, direttore Lonely Planet Italia
Alberto Salza, antropologo
Andrea Semplici, giornalista e scrittore
Marco Trovato, direttore editoriale di Africa
IMMAGINI di Paolo Vezzoli ©