L’agitazione che ha regnato a Dakar durante il weekend appena concluso non è stata motivata solo dai ferventi preparativi per la Tabaski, la festa musulmana del sacrificio (Aid al-Ahda, in arabo), che in Senegal si è festeggiata ieri, domenica 11 agosto. L’appuntamento che ha caratterizzato il sabato 10 agosto di molti senegalesi e africani è stato l’inizio del Campionato d’Africa di basket femminile, che quest’anno ha luogo nel complesso sportivo “Dakar Arena”. Inaugurata nell’agosto 2018 e situata a Diamnadio, vicino al nuovo aeroporto e a una quarantina di chilometri della capitale, la struttura era stata promessa dal presidente Macky Sall all’indomani della vittoria dell’AfroBasket 2015 della squadra di pallacanestro femminile senegalese.
Ansiosa di prendersi una rivincita nazionale dopo la delusione della recente sfiorata vittoria dei “Leoni” alla Coppa d’Africa di calcio, le “Leonesse” del basket hanno affrontato sabato sera la Costa d’Avorio, vincendo 77 a 36. Su 22 partecipazioni, le senegalesi hanno vinto 11 volte la medaglia d’oro, 7 quella d’argento e 3 quella di bronzo. Seguono la Rd Congo e la Nigeria (prima nazione africana a qualificarsi ai quarti di finale della Coppa del Mondo femminile) con tre trofei, Egitto e Angola con due. Il Paese della teranga (in wolof, ospitalità) ha accolto il campionato per cinque edizioni, la prima delle quali nel 1976.
A partecipare alla competizione di quest’anno sono dodici Paesi: oltre al Senegal, si sfideranno Costa d’Avorio, Egitto, Tunisia, Camerun, Mali, Angola, Rd Congo, Nigeria, Mozambico, Capo Verde e Kenya. Contrariamente alle edizioni precedenti, in cui le finaliste si qualificavano automaticamente per la Coppa del Mondo femminile, le prime sei squadre dell’AfroBasket di Dakar parteciperanno alle pre-qualificazioni olimpiche femminili Fiba (Ufficio Centrale della Federazione di Basket) 2020.
Tra le giocatrici di quest’anno, non poche copriranno il proprio corpo, lasciando scoperti solo il volto e le mani e indosseranno il velo, che la Fiba ha autorizzato nel 2017. Nel calcio femminile, la possibilità di portare il velo è stata ufficializzata nel 2014.
«Mi aspetto una bella sorpresa. Le giocatrici sono preparate», ha dichiarato alla stampa senegalese Astou Ndiaye, campionessa d’Africa e prima senegalese a far parte dell’Associazione professionale del basket nordamericano (Wnba). Ieri, giorno dopo la vittoria, i titoli dei giornali web senegalesi già recitavano: «Le leonesse domano le elefantesse». Il resto, è tutto da giocare.
Luciana De Michele
(testo e foto)