Anche ieri a sei mesi dall’inizio delle manifestazioni in Algeria, la popolazione ha continuato a scendere in piazza per chiedere cambiamenti fondamentali nel sistema politico. E’ stato il 27mo venerdì consecutivo di manifestazione per il movimento popolare algerino, infatti, migliaia di manifestanti hanno invaso la capitale Algeri e hanno raggiunto il palazzo della Grande Poste, luogo simbolo delle dimostrazioni di piazza dove la polizia ha schierato un ingente dispositivo di sicurezza.
Anche in questo appuntamento i manifestanti hanno scandito slogan come “Noi o voi, non ci fermeremo”, “Stato libero e democratico”, “Stato di diritto” e “Via il governo, via il capo dello Stato”. La mobilitazione di ieri, secondo quanto riportato da Agenzia Nova, ha avuto una maggior partecipazione rispetto alle altre proteste del periodo estivo. I cittadini, del resto, appaiono sempre più preoccupati per la situazione politica ma anche economica.
Le richieste per eleggere un presidente che possa portare a un reale cambiamento del sistema che ha governato il paese per decenni sono state finora disattese e il movimento, e con lui la rivoluzione rischia di congelarsi nell’impasse come riporta l’emittente France 24, a cui diversi opinionisti hanno detto che nonostante le numerose vittorie, ora senza un dialogo con le autorità, come quello offerto dalla Commissione nazionale per il dialogo e la mediazione, voluta dal presidente algerino ad interim Abdelkader Bensalah, tutto rischia di arenarsi, anche perché l’uomo forte dell’esercito, il generale Ahmed Gaïd Salah,ha più volte affermato che per lui le “principali rivendicazioni della massa sono state soddisfatte”. Settembre sarà il crocevia per il movimento algerino secondo gli esperti.
l principale timore del popolo algerino riguarda la situazione finanziaria e le sfide economiche che il paese deve affrontare. Il regime dell’ex presidente Abdelaziz Bouteflika ha prosciugato oltre 1.000 miliardi di dollari in 20 anni e le riserve in valuta estera si sono pericolosamente assottigliate a circa 72 miliardi di dollari. Gli esperti economici algerini descrivono la situazione economica e finanziaria del paese come “pericolosa”. E non solo per il rapido declino delle riserve valutarie, ma anche per i prezzi del petrolio che non riescono a raggiungere livelli accettabili per l’economia locale, nonostante le garanzie fornite dall’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec). Vale la pena ricordare che il settore degli idrocarburi copre circa il 95% delle risorse finanziarie dell’Algeria, sottolinea Agenzia Nova.
Altra notizia importante degli ultimi giorni è l’arresto del’ex ministro della Giustizia algerino ai tempi di Bouteflika, Tayeb Louh, che giovedì, come riportato da Jeune Afrique, è stato incarcerato nella prigione di El Harrach, ad Algeri, come stabilito dal giudice inquirente della Corte suprema. Si tratta dell’ennesimo arresto di personalità di rilievo legate al vecchio regime avvenuto negli scorsi mesi. Dopo le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika, al potere per oltre vent’anni, le autorità algerine hanno infatti fatto partire una campagna giudiziaria che ha portato in carcere personalità simbolo del sistema che ha governato il paese. Queste sono state coinvolte da una serie di inchieste per corruzione e per complotto “contro il popolo”. Una campagna di dimensioni senza precedenti il cui grande promotore è proprio il generale Salah, che ufficialmente lo fa per accontentare le richieste popolari.
Intanto nella manifestazione di ieri il paese è in lutto perché almeno cinque persone sono rimaste uccise nella di ieri da una ressa scoppiata durante un concerto di musica rap nella capitale. Almeno altre 20 persone sarebbero rimaste ferite mentre migliaia si radunavano all’ingresso dello Stadio del 20 agosto 1955 la star Abderraouf Derradji, meglio conosciuto come “Soolking”.