Ieri la Camera dei rappresentanti del popolo etiope ha approvato un nuovo disegno di legge elettorale in vista delle attese elezioni nazionali previste per il prossimo anno. I parlamentari si sono riuniti in una sessione straordinaria per discutere e approvare la legge la cui preparazione era in corso da quando il primo ministro Abiy Ahmed Aliè è salito al potere nell’aprile 2018.
La legge riformata riguarda la registrazione dei partiti politici e l’etica elettorale ed è stata adottata all’unanimità come riportato dalla Reuters che ha ripreso l’Ethiopian Broadcasting Corporation. Stando alle prime informazioni trapelate, la legge prevede che i partiti nazionali abbiano almeno 10.000 membri fondatori, mentre i partiti regionali ne avranno bisogno di 4.000.
Il portale d’informazione Addis Standard di proprietà privata ha aggiunto che però una proposta di clausola volta a rafforzare il coinvolgimento delle donne è stata respinta dal parlamento. L’emendamento cercava di dare priorità alle donne che hanno ricevuto gli stessi voti degli uomini durante i sondaggi.
La coalizione di governo, il Fronte democratico rivoluzionario dei popoli etiopi (EPRDF) recentemente ha sottolineato la sua disponibilità a organizzare i sondaggi nei tempi previsti. L’EPRDF, va ricordato, detiene attualmente tutti i seggi in parlamento. Anche gli altri partiti della seconda nazione più popolosa dell’Africa hanno fatto annunci simili, ma con la richiesta fondamentale che venissero fatte delle riforme al sistema elettorale vigente.
C’è un nuovo capo del consiglio elettorale, Birtukan Mideksa, ben considerato dai partner internazionali tra cui l’Unione europea, i quali hanno promesso un sostegno finanziario per aiutare nel processo elettorale.
Il 9 agosto la coalizione di governo ha dichiarato che le elezioni nazionali si terranno nel 2020, sfidando le preoccupazioni per la sicurezza e i numerosi sfollati all’interno del paese a causa delle tensioni inter-etniche recenti, il che aveva portato alcuni a ipotizzare che le elezioni potessero essere posticipate. Sono nate inoltre tensioni interne all’EPRDF dopo il fallito colpo di stato nell’Amhara di giugno e dal punto di vista logistico mancano ancora i dati di un censimento nazionale più volte rimandato. La strada per il voto è ancora lunga.