Mauritania: radiografia di un Paese in crisi economica

di Raffaele Masto

La Mauritania è l’ennesimo Paese africano costretto ad affrontare una pesante crisi finanziaria che segue un serio abbattimento dell’indicatore di crescita segnalato dal Pil. Le cause sono soprattutto internazionali (caduta dei prezzi di alcune materie prime, come il ferro, di cui il Paese è un buon esportatore). A denunciare questa crisi è il fatto che il governo ha collocato sul mercato poco meno di nove milioni di euro di titoli pubblici. Secondo un comunicato della Banca centrale, ha emesso un totale di 356 milioni di ouguiya (quasi nove milioni di euro, appunto) di titoli del tesoro con scadenza a 4 settimane e a un tasso medio ponderato del cinque per cento.

A quasi un mese dall’insediamento del nuovo presidente della Mauritania, i media locali e internazionali sono sempre più preoccupati per le finanze del Paese africano. Dopo essere stato eletto il 22 giugno in una consultazione la cui regolarità è stata contestata dall’opposizione, il nuovo presidente del Paese, Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani, è entrato in carica il primo agosto. Da allora si sono moltiplicati i dubbi circa la tenuta dei conti pubblici e del sistema finanziario mauritano. Il governo non ha commentato ufficialmente queste voci, ma le diverse operazioni di finanza pubblica compiute questo mese (l’ultima è di ieri) sembrano confermare la necessità di risorse da parte di Nouakchott. La scorsa settimana, la Mauritania aveva emesso 554 milioni di ouguiya (oltre 13,54 milioni di euro) di buoni del tesoro con due diversi prestiti obbligazionari, uno da 454 milioni di ouguiya (circa 11,1 milioni di euro) e un altro da 100 milioni di ouguiya (circa 2,44 milioni di euro).

Due settimane fa, la Banca centrale e il ministero del Tesoro avevano avviato l’emissione di altri 860 milioni di ouguiya, circa 21 milioni di euro, di titoli di Stato. Secondo l’opposizione, queste operazioni certificano come le casse dello Stato siano ormai vuote.

La Mauritania è la 155esima economia mondiale. Ha chiuso l’anno 2018 con un tasso di crescita del 3,8%. È un Paese ricco di risorse minerarie, in particolare: minerali ferrosi, rame, cobalto, oro, fosfati. Le acque mauritane sono molto pescose e il settore ittico costituisce la seconda voce delle esportazioni del Paese. Limitate sono invece le potenzialità agricole, con una superficie coltivabile pari ad appena l’1% del totale. Siccità, invasioni d’insetti e piogge torrenziali condizionano pesantemente le performance del settore cerealicolo. Ciononostante, la maggior parte della popolazione trae sostentamento dall’agricoltura e dall’allevamento, mentre il settore industriale (concentrato nelle città di Nouakchott e Nouadhibou) resta poco sviluppato a causa dei numerosi ostacoli: limitati investimenti, ristrettezza del mercato interno, scarsità di manodopera qualificata, inadeguatezza delle infrastrutture, alti costi di produzione. Le esportazioni sono quindi sostanzialmente legate a due soli prodotti: minerali e pesca, che ne rappresentano la quasi totalità, rendendo l’economia del Paese fortemente dipendente dalle mutevoli condizioni dei mercati internazionali.

Condividi

Altre letture correlate: