Dopo due giorni in Mozambico dove è stato accolto da folle sterminate, Papa Francesco è arrivato in Madagascar venerdì sera, la seconda tappa del suo lungo tour africano iniziato la scorsa settimana. Ieri mattina ora locale, ha parlato per la prima volta dal suo arrivo nella Grande Ile.
Papa Bergoglio, ospite al Palazzo di Stato di Antananarivo, ha pronunciato il suo discorso alle autorità malgasce, al corpo diplomatico e alla società civile. Un discorso atteso, che si lega perfettamente alle realtà del paese e si rivolge in modo molto diretto a chi lo governa, ma anche alle organizzazioni internazionali, come sottolineato da Rfi.
A sorpresa il Pontefice ha dato grande rilievo all’ambiente, come riporta l’Ansa. “Gli incendi e la deforestazione, soprattutto per mano dell’uomo, compromettono il futuro del pianeta. In un’isola-continente dall’inestimabile biodiversità come il Madagascar”, che perde circa 200 mila ettari l’anno del proprio patrimonio forestale. Il Papa lancia un forte allarme, che si collega all’apprensione globale per i roghi nel grande ‘polmone’ dell’Amazzonia, oltre che in Africa. “La vostra bella isola del Madagascar è ricca di biodiversità vegetale e animale, e questa ricchezza è particolarmente minacciata dalla deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi; il suo degrado compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune”, ha sottolineato Francesco. “Come sapete, le foreste rimaste sono minacciate dagli incendi, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato di legname prezioso. La biodiversità vegetale e animale è a rischio a causa del contrabbando e delle esportazioni illegali”, rileva. Secondo il Pontefice, “non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune e prendercene cura”, poiché’ “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”.
Papa Bergoglio ha posto poi l’accento su un altro grave problema che definisce ‘endemico’ per le società di Paesi ricchi di risorse ma dalle popolazioni poverissime come il Madagascar: quello della corruzione, oltre che delle enormi disuguaglianze sociali. “Vi incoraggio a lottare con forza e determinazione contro tutte le forme endemiche di corruzione e di speculazione che accrescono la disparità sociale e ad affrontare le situazioni di grande precarietà e di esclusione che generano sempre condizioni di povertà ‘disumana’”.
Da qui ha poi rimarcato la necessità di introdurre tutte le mediazioni strutturali che possano assicurare una migliore distribuzione del reddito e una promozione integrale di tutti gli abitanti, in particolare dei più poveri”. Al termine, sul prato antistante il Ceremony Building, insieme al giovane presidente Andry Rajoelina, 45 anni, il Papa, come gesto simbolico, ha piantato un albero di baobab, un gesto tutt’altro che casuale visto il contenuto del suo discorso.
Oggi ci sarà il momento clou della sua visita in Madagascar, la grande messa alla quale si prevede parteciperà oltre un milione di persone. Bergoglio si recherà poi ad Akamasoa, i villaggi creati da padre Pedro Opeka, emblematico sacerdote argentino che nell’isola ha fatto della lotta alla povertà la lotta della sua vita.