Martedì gli operatori sanitari zimbabwani hanno organizzato una veglia a lume di candela fuori dall’ospedale generale Parirenyatwa di Harare per protestare contro la scomparsa del Presidente del Sindacato nazionale dei medici ospedalieri (Zhda), Peter Magombeyi. “Dato che è scomparso, abbiamo affermiamo chiaramente che ‘No Peter, no work!’. E non torneremo al lavoro fino a quando lui continuerà a a mancare”, ha dichiarato Tawanda Zvakada, che ha assunto la guida del gruppo. Gli attivisti temono che Magombeyi sia stato rapito dagli agenti di sicurezza per il suo ruolo nello sciopero nazionale degli operatori sanitari in corso nel Paese.
Negli ultimi giorni il governo di Harare ha dovuto inviare medici militari negli ospedali statali a causa dello sciopero degli operatori sanitari. I medici, che da domenica denunciano il “sequestro” del collega e accusano le autorità di essere coinvolte nella sua scomparsa, avvenuta nella serata di sabato, hanno chiesto di incontrare il presidente Emmerson Mnangagwa ma sono stati bloccati dalla polizia.
In un comunicato diffuso ai media locali, il Zhda accusa infatti le forze di sicurezza nazionali di aver sequestrato il medico, accusato dalle autorità di aver firmato un documento di sospensione lavorativa che ha a loro avviso paralizzato il settore della sanità.
I medici temono che la scomparsa di Magombeyi sia un tentativo di intimidire la categoria, che all’inizio di settembre ha scioperato con oltre 100 partecipanti per chiedere che gli stipendi dei medici, pagati in valuta locale, siano calcolati sul valore del dollaro per evitare un calo del loro potere d’acquisto. Ieri i medici hanno denunciato di aver subito anche delle minacce dirette da parte delle forze di sicurezza.
Le Ong denunciano da mesi la repressione della voce della società civile da parte del regime del presidente Emmerson Mnangagwa, che è subentrato all’ex presidente Robert Mugabe (deceduto la scorsa settimana) alla fine del 2017.
A fine agosto le autorità dello Zimbabwe hanno arrestato e interrogato Amos Chibaya, deputato e segretario organizzativo del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), all’opposizione, con l’accusa di aver infranto il divieto di protesta imposto dalla polizia. Di recente la polizia ha inoltre disperso violentemente i manifestanti che si erano radunati nella capitale Harare prima che l’Mdc li richiamasse all’ultimo minuto. L’opposizione ha indetto nuove proteste contro la peggiore crisi economica attraversata dal paese nell’ultimo decennio. Già nel gennaio scorso più di dieci persone sono morte in altre proteste contro il caro-carburante.