Secondo i nuovi dati diffusi dal Fondo monetario internazionale (Fmi) nei giorni scorsi l’inflazione annuale dello Zimbabwe è stata del 300% ad agosto facendo registrare un improvviso picco rispetto al 175,66% misurato a giugno, e al 97,85% precedente di maggio. Lo Zimbabwe, come sottolinea l’emittente alJazeera, attualmente ha il tasso di inflazione più alto al mondo.
Di recente una delegazione del Fmi si è recata nel paese per valutare i progressi nell’attuazione di un programma di monitoraggio (Staff Monitored Program) delle prestazioni economiche e dell’impegno dello Zimbabwe nelle riforme, in vista di uno sblocco dei finanziamenti. “Dalla riforma della valuta di febbraio, il tasso di cambio si è deprezzato”, ha affermato il capo della delegazione Gene Leon che ha poi aggiunto: “La valuta è passata da 1 a 1 con l’unità statunitense, a 1 a 16,5 a partire dal 23 settembre”, promovendo così l’inflazione.
Leon, secondo cui le difficoltà economiche nel paese sono state esacerbate da gravi shock meteorologici, ha inoltre affermato di prevedere un forte calo del valore di tutti i beni e servizi prodotti all’interno del paese quest’anno. «Le condizioni sociali sono notevolmente peggiorate, con oltre la metà della popolazione dello Zimbabwe (7 milioni di persone) che le Nazioni Unite stimano soffrano di insicurezza alimentare nel 2019 e 2020. Indebolimento della fiducia, incertezza politica, le permanenti distorsioni del mercato dei cambi e una recente postura di espansione monetaria hanno aumentato la pressione sul tasso di cambio», ha aggiunto.
Il ministro delle finanze dello Zimbabwe, Mthuli Ncube, ha vietato la pubblicazione di numeri annuali di inflazione a luglio per consentire all’agenzia statistica del paese, Zimstat, di compilare nuovi dati sui prezzi, che saranno pubblicati solo nel febbraio 2020, ha affermato Ncube.
Questa non è la prima volta che lo Zimbabwe ha registrato un’inflazione elevata. I dati del governo mostrano che il tasso di inflazione di picco dello Zimbabwe era del 79,6 miliardi di mese su mese e dell’89,7% di sextillion su base annua a metà novembre 2009. L’iperinflazione si è conclusa solo l’anno successivo con l’adozione del dollaro USA.
Continua dunque la grave crisi economica del Paese dell’Africa australe e dalla quale il governo del presidente Emmerson Mnangagwa non riesce ad a uscire. L’opinione pubblica appare sempre più insofferente. In agosto ci sono stati dei tentativi di protesta che sono stati repressi duramente e di recente anche la sanità è entrata in sciopero.