‘Makishi’ è il nome di una danza tradizionale che viene solitamente eseguita durante le cerimonie di iniziazione dei ragazzi (chiamate ‘Mukanda’). Molto famosa in Zambia, viene praticata anche in Zimbabwe. I makishi sono gli spiriti degli antenati che tornano sulla terra per guidare i ragazzi verso l’età adulta e da loro prende il nome il ballo, eseguito da uomini che indossano maschere dai tratti umani stilizzati e indossano indumenti fatti di fibre vegetali, come la paglia. La ‘Chinamwali’ è un’altra danza tipica che invece viene praticata in alcuni villaggi durante il rito di iniziazione femminile. Questi balli sono sempre scanditi dal ritmo sostenuto delle percussioni.
Fare un viaggio in Zimbabwe significa quindi immergersi in tradizioni degne di studi antropologici, ma non solo. Rovine e reperti archeologici permettono infatti di fare un tuffo nel passato. Come Grande Zimbabwe (Great Zimbabwe) che è considerato il più importante monumento del Paese. Si tratta delle rovine dell’antica città omonima che fu trovata già abbandonata quando i primi esploratori portoghesi giunsero nella zona. L’origine e la storia dell’agglomerato urbano non sono certe ma si pensa che fosse il centro del grande impero di Monomotapa che, di etnia shona, controllava una vasta regione compresa tra i territori di quelli che oggi sono lo Zimbabwe e il Mozambico. Collocate nell’altopiano di Harare, a un’altitudine di 1000 m s.l.m., le rovine si estendono su un’area di 7 kmq: sono infatti annoverate tra le più imponenti e antiche strutture architettoniche dell’Africa precoloniale del Sud. Distano circa 250 km dalla capitale Harare. Il sito fu dichiarato Patrimonio dell’umanità UNESCO nel 1986. Il simbolo nazionale del Paese, l’uccello di Zimbabwe, è l’immagine di una scultura ritrovata proprio in questo sito.
Una delle principali attrattive del Paese rimangono però i suoi parchi naturali. Il Parco Nazionale di Matobo è uno dei più famosi: si trova nella regione di Metabele e presenta formazioni rocciose sulle quali è possibile ammirare le incisioni rupestri realizzate milioni di anni fa dal popolo dei san. Sulla cima di Malindidzimu, chiamata la ‘collina degli spiriti benevoli’, ha voluto essere sepolto Cecil Rodhes per avere ‘una visione intera del mondo’. Famoso è anche il Parco Nazionale di Hwange, che alterna zone sabbiose del Kalahari a ricche zone boscose abitate da numerose specie di animali e volatili. Da non dimenticare il Parco Nazionale dello Zambesi, il Matusadona National Park adiacente al lago Kariba, la Riserva Naturale Mavuradonha, il Mana Pools National Park che sorge al confine con lo Zambia lungo le rive dello Zambesi e la Chirinda Forest, una bellissima foresta pluviale.
La rivista Africa organizza (per ottobre-novembre 2020) un viaggio esclusivo in Zimbabwe, nel cuore dell’Africa australe, in un Paese ancora poco conosciuto ma ricco di sorprese che sapranno stupire il viaggiatore: gli animali della Valle dello Zambesi, le antiche rovine di città misteriose, i meravigliosi paesaggi naturali e popolazioni amichevoli. Tra storia, natura e cultura in compagnia proprio di Gianni Bauce, guida professionista ed esperto di fauna africana, che vi svelerà i segreti nascosti dello Zimbabwe. www.africarivista.it/zimbabwe
(Valentina Giulia Milani)