Guinea – Vittime nelle violente proteste contro Condé

di AFRICA

Una coalizione di gruppi di opposizione della Guinea ha dichiarato che 10 persone sono state uccise in Guinea dalle forze di sicurezza durante le proteste contro le proposte di modifiche costituzionali che consentirebbero al presidente Alpha Condé (81 anni) di candidarsi a un terzo mandato.

Secondo la Reuters, che cita fonti ospedaliere, sarebbero almeno sette manifestanti sono stati uccisi solo questa settimana e ci sarebbero anche diversi feriti tra le forze dell’ordine. Lo sdegno tra la popolazione contro il Presidente ha portato centinaia di persone nelle strade che poi hanno eretto barricate, bruciato pneumatici innescando così lo scontro con agenti anti sommossa.  Lunedì scorso la polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti e si sono registrate violenze anche nella città settentrionale di Mamou, centro dell’opposizione.

Le proteste sono nate su appello del Fronte nazionale guineano per la difesa della Costituzione, una coalizione di partiti di opposizione e soprattutto una realtà della società civile che contesta il progetto costituzionale di Condè. Le proteste sono state convocate a partire da lunedì 14 ottobre sia sul territorio nazionale che all’estero.

Nel 2020, il presidente della Guinea dovrebbe completare il proprio secondo mandato quinquennale, l’ultimo secondo la Costituzione. Il partito di governo del Raggruppamento del Popolo Guineano ha presentato in parlamento un emendamento alla legge fondamentale per consentire al capo dello Stato di presentarsi per un terzo mandato. A maggio il ministro della Giustizia della Guinea, Cheick Sako ha rassegnato le dimissioni al presidente Alpha Condé spiegando di essere contrario a qualsiasi modifica della Costituzione. Va ricordato inoltre che a novembre la Guinea voterà per rinnovare il proprio parlamento, l’Assemblea Nazionale, a quasi un anno di ritardo rispetto alla data inizialmente prevista di gennaio.

Nelle immagini, uno dei principali leader dell’opposizione della Guinea, Cellou Dalein Diallo, parlando con Ruptly, ha sottolineato che l’élite al potere esercita il suo potere illimitato su un’opposizione repressa. “Quando coloro che sono contrari al terzo mandato desiderano protestare esprimendo il loro punto di vista, vengono arrestati, picchiati, imprigionati, giudicati e condannati a una detenzione incondizionata. Ecco come è il potere di Alpha Conde, è una dittatura” ha dichiarato.

Le proteste sono nate su appello del Fronte nazionale guineano per la difesa della Costituzione (FNDC), una coalizione di partiti di opposizione e soprattutto una realtà della società civile che contesta il progetto costituzionale di Condè. Le proteste sono state convocate a partire da lunedì 14 ottobre sia sul territorio nazionale che all’estero.

Intanto ieri, come riporta Rfi, è stato rinviato il processo contro sei leader del FNDC, che sono accusati di incitamento alla rivolta. Erano stati fermati dalla polizia sabato scorso nella capitale e sottoposti ad oltre sei ore di interrogatorio, con l’accusa di essere all’origine dello sciopero contro il capo dello Stato. Uno sciopero, sostengono le autorità, per il quale non è stata presentata la regolare documentazione.

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