Il giorno prima era uscito il rapporto di Amref sulla presenza dell’Africa sui grandi media italiani – pressoché invisibile se non fosse per il “traino” dell’immigrazione – e ieri è stata la volta dell’annuale appuntamento con la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione, dove, “per fortuna”, di Africa non si parla troppo. Meglio parlarne poco ma correttamente. “Per fortuna” nel senso che, a dispetto dell’immaginario afrofobico alimentato a dosi massicce negli ultimi anni, il Dossier 2019 fa parlare i dati. E questi, scrive Luca Di Sciullo sulle sue pagine – ci confermano che la provenienza da questo continente «non solo, naturalmente, non esaurisce la presenza non comunitaria in Italia, ma non ne rappresenta neanche la maggioranza: tra i soggiornanti gli africani sono complessivamente meno di un terzo, per lo più originari del Nord Africa – che non è la cosiddetta “Africa nera”».
Analogamente, si scopre (o riscopre) che la “islamizzazione dell’Italia” è lontana. La prima religione “importata” dagli immigrati è quella cristiana (soprattutto ortodossi); i musulmani sono un terzo, e ancora bisognerebbe considerare che non sono affatto tutti praticanti.
Ricordate i sondaggi che ogni tanto vengono fatti sulla distanza tra percezione e realtà del fenomeno migratorio? L’ultimo, targato Ipsos, è di due settimane fa: per il campione di intervistati, gli stranieri in Italia sono il 31%; la realtà dice 8,7%. Risultato anche peggiore di quello raccolto dall’Istituto Cattaneo l’anno scorso, che aveva rilevato una percezione del 25%, aggiungendo che si trattava della maggiore divaricazione realtà/percezione registrata nell’Ue.
Tornando al Dossier: si basa sui dati, raccolti presso i più autorevoli istituti italiani a cominciare dal ministero dell’Interno, ed elaborati per renderli più comprensibili che si può – e quindi in un libro come questo, di 480 pagine, le tabelle non mancano di certo. Ma non c’è da annoiarsi: sono soprattutto gli articoli dei migliori specialisti (Pittau, Ambrosini, Allievi…) a costituire la ricchezza di questa summa, esplicitando le numerose problematiche collegate alla questione immigrati: istruzione, salute, lavoro, rimesse, genere, giustizia giudiziaria, politiche sociali… Anche con grafici e analisi regione per regione.
E poi non potevano mancare i focus sulle questioni recenti più calde, dagli effetti dei decreti Salvini “sicurezza e immigrazione” (!) alla questione ius soli/culturae. Il tutto, inquadrato negli scenari attuali e nelle proiezioni per i prossimi decenni. E qui l’Africa ritorna. Allo stato attuale, al 16,7% della popolazione mondiale che essa contiene corrisponde appena il 5% del Pil, e con gap socio-economici crescenti (come del resto un po’ dappertutto). Il Sudafrica ha, in questo, un primato: è «tuttora il Paese al mondo che presenta il maggiore divario tra ricchi e poveri e le maggiori disuguaglianze per l’accesso alle opportunità». Intanto la popolazione galoppa: «Nel 2025 metà della popolazione africana avrà meno di 25 anni». Il che non vuol dire che sbarcheranno tutti a Lampedusa: «Narrative distorte – ricorda il miliardario filantropo sudanese Ibrahim Mo – producono politiche distorte».
Insomma la questione immigrazione è seria, connessa a tante variabili, e come tale va affrontata. Con politiche che siano all’opposto di quelle dell’appena trascorso «annus horribilis», come il Dossier lo ha definito. L’ultimo significativo decreto flussi di cui si abbia notizia, per esempio, risale al 2011…
Il Dossier Statistico Immigrazione 2019, opera del Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti, è stato sostenuto dal fondo dell’Otto per mille della Tavola Valdese – Unione delle Chiese metodiste e valdesi. Lo si può acquistare dal sito dedicato, in forma cartacea o digitale (in quest’ultimo caso, sono acquistabili anche singoli capitoli).