Kaunda: «No all’estrazione del rame nel parco»

di Enrico Casale
Kenneth Kaunda

Kenneth Kaunda, primo presidente dello Zambia nell’era post-coloniale, si è fermamente opposto a un progetto di estrazione del rame su larga scala nel cuore del Parco nazionale del Basso Zambesi, uno dei più grandi parchi nazionali del Paese.

Nel 2014, il Fronte Patriottico, partito al potere, ha dato il via libera alle attività minerarie nel parco, una mossa che è stata contestata dagli ambientalisti. Una protesta che è addirittura arrivata di fronte a un giudice. Ma la scorsa settimana, l’Alta corte ha stabilito che il progetto di estrazione del rame a cielo aperto potrà proseguire nel parco. Il verdetto è stato osteggiato da molti, incluso il Wwf, la famosa organizzazione ambientalista, mentre una petizione online ha raccolto oltre 5.000 firme contrarie al progetto.

L’anziano ex presidente Kaunda è sceso in campo con una dichiarazione nella quale ha affermato che «l’operazione di estrazione proposta nel mezzo del parco nazionale rappresenta la più grande minaccia nella storia per la fauna selvatica e la natura incontaminata che è sopravvissuta a così tanti secoli di sfide e ha sostenuto generazioni di zambiani».

Il parco, , che si trova a 174 km a Sud-Est della capitale Lusaka, ha oltre 400 specie di uccelli e ha ingenti riserve d’oro. Copre un’area di 4.092 chilometri quadrati e si trova di fronte al Mana Pools National Park dello Zimbabwe, che è un patrimonio mondiale dell’Unesco.

Lo Zambia però è anche il secondo produttore in Africa di rame ed è sede delle principali compagnie estrattive come Glencore, Barrick Gold, First Quantum Minerals e Vedanta Resources. Il primo produttore di rame in Africa resta la Repubblica Democratica del Congo con 1 milione di tonnellate di rame estratto.

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