Oggi, domenica 29 dicembre, la popolazione della Guinea-Bissau è chiamata alle urne per eleggere il nuovo presidente scegliendo tra Domingos Simões Pereira, dello storico partito Paigc (Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde), che ha ottenuto il 40,13% dei voti al primo turno, e Umaro Sissoco Embaló del partito Madem G15 (Movimento per l’alternanza democratica), che ha fatto molta strada con il 27,65% dei voti al primo giro. Due candidati con profili opposti. I punti in comune? Sono entrambi ex primi ministri provenienti dal Paigc.
Domingos Simões Pereira, 56 anni, ingegnere civile, si presenta come il candidato alla stabilità. Dall’altra parte, Umaro Sissoco Embaló, 47 anni, che ha intensificato gli attacchi e le critiche al bilancio del Paigc. Il suo partito, il Madem G15, è stato fondato solo un anno e mezzo fa dai dissidenti del partito storico. Per i suoi sostenitori, è l’uomo del cambiamento.
Si spera che il secondo turno delle elezioni presidenziali riesca a frenare l’instabilità cronica di questo Paese, scosso da numerose crisi susseguitesi dopo l’indipendenza. Per molti analisti, come riporta Rfi, il problema fondamentale rimane la Costituzione: la mancanza di chiarezza nella distribuzione dei poteri tra capo dello Stato e primo ministro.
Nessuno dei due ex primi ministri aveva superato il 50 per cento richiesto al primo turno; per questo si affrontano oggi al ballottaggio.