L’Adf è tornato all’attacco nella provincia di Beni, nella Rd Congo. Nella notte tra domenica 20 e lunedì 30 dicembre, i miliziani, che hanno origini ugandesi e si richiamano ai principi del fondamentalismo islamico, hanno attaccato il villaggio di Apetina-Sana uccidendo con i machete venti abitanti.
Apetina-Sana, 16 km a ovest di Oicha, si trova in quello che viene chiamato «il triangolo della morte», Mbau-Eringeti-Oicha. In questa area, da ottobre, operano le forze armate congolesi che stanno facendo tutto il possibile per arginare gli attacchi. Spesso, però, non riuscendoci.
Secondo le prime ricostruzioni, gli abitanti del villaggio avrebbero avvertito la presenza dei miliziani ugandesi e avrebbero avvertito i militari. Questi ultimi però non avrebbero schierato in tempo un cordone di sicurezza, lasciando la strada aperta all’attacco.
«Sono venuti dall’oggi al domani per uccidere la gente – ha dichiarato Donat Kibwana, responsabile militare della zona, a Radio France Internationale -. Siamo stati informati la mattina. È difficile. Le persone che erano lì si erano trasferite da Beni proprio per mettersi al sicuro dalle scorrerie dell’Adf. È una situazione drammatica e deplorevole, ma i soldati congolesi stanno addosso ai miliziani. Posso affermare che li stiamo tallonando e che sono in affanno».
Dall’inizio delle massicce operazioni lanciate dall’esercito congolese contro la milizia in ottobre, gli attacchi contro i civili si sono moltiplicati e il massiccio dispiegamento dell’esercito congolese nella regione non ha impedito ai ribelli di effettuare nuovi attacchi. Nella regione, il numero dei militari congolesi è quasi raddoppiato, passando da 11 a 21mila soldati.