Egitto, Cipro, Grecia, Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Giordania e Italia hanno sottoscritto ieri l’accordo quadro per trasformare l’East Mediterranean Gas Forum (Emgf) in organizzazione internazionale. La Francia si è mostrata interessata ad aggregarsi in futuro.
L’Emgf, istituito nel gennaio 2019, è un’iniziativa di diplomazia economica che annovera diversi Paesi compratori, acquirenti, intermediari o semplicemente interessati al quadrante del Mediterraneo orientale, che si rivela sempre più ricco di giacimenti di idrocarburi e di Gas naturale liquefatto (Gnl). La scoperta più recente è di ExxonMobil, le cui prospezioni nelle acque territoriali di Cipro hanno individuato un campo, il “Glaucus-1”, con una portata equivalente a 10-16 milioni di barili di gas condensato.
Il progetto EastMed può, secondo Alessandra Todde, sottosegretario al ministero dello Sviluppo, che al Cairo ha rappresentato l’Italia, «accelerare la stabilizzazione e la condivisione delle competenze del gas nella regione», come ha dichiarato all’Agenzia Nova.
L’Emgf, che ha tra l’altro il merito di far sedere allo stesso tavolo anche «Paesi storicamente in contrasto tra loro» (vedi informazione sulla prima fornitura di gas di Israele all’Egitto), come osserva il Cesi di Roma, ha sollecitato un’altra alleanza, quella turco-russa: l’8 gennaio, Erdogan e Putin – avversari sul terreno libico – avevano siglato il concorrenziale progetto TurkStream.
L’East Mediterranean Gas Forum – scrive Agenzia Nova – «può dare inoltre nuovo impulso al progetto del gasdotto East-Med, che dovrebbe portare in Italia il gas di Cipro, Grecia ed Israele. I leader di questi tre Paesi hanno firmato lo scorso 2 gennaio l’accordo per la costruzione della pipeline ad Atene, proprio nel giorno in cui il Parlamento turco ha dato il via libera all’invio di truppe in Libia. Lungo 2100 chilometri e con un costo stimato di sei miliardi di euro, l’East-Med dovrebbe essere completato e attivato entro il 2025 per trasportare gas naturale da Israele all’Italia attraverso Cipro e Grecia».
La crisi libica, insomma, ha cause e risvolti che non portano solo a Tripoli e Bengasi.
Nel video, si vede il ministro egiziano del Petrolio Tarek al-Mala annunciare l’evento della firma dell’accordo, seguito dalle parole di auspicio del ministro cipriota dell’Energia, Commercio e Industria, Georgios Lakkotrypis. Da ultimo, Yuval Steinit, il ministro israeliano dell’Energia: «Il gas israeliano è esportato anche in Giordania, e siamo pronti ad avviare una discussione con l’Autorità Palestinese, prima sull’esportazione di gas e poi anche nello sviluppo, per aiutare nello sviluppo del “Gaza Marine”, le risorse di gas che appartengono all’Autorità Palestinese».