Massimo Zaurrini | Un’Africa connessa non resterà indietro

di Enrico Casale
telefonino in africa

L’Africa peserà in una quota sempre più crescente per le aziende del settore. L’aumento della domanda dei servizi, infatti, è direttamente correlato allo sviluppo dell’economia africana o all’incremento demografico. Tutti aspetti che giustificano i crescenti investimenti dei gruppi del settore

Un’Africa connessa è un’Africa che cresce e non resta indietro. Il settore delle telecomunicazioni, dell’informatica, della telefonia mobile quando viene accostato al continente africano assume automaticamente il valore di un game changer, ovvero se ne intuisce immediatamente il potenziale intrinseco che può consentire di cambiare le regole del gioco.

Come dice Ashish Thakkar, l’imprenditore ugandese che lo scorso anno ha iniziato a produrre i primi smartphone orgogliosamente 100% Made in Africa, «uno smartphone di alta qualità ed economico rende realizzabili concetti come quelli di inclusione finanziaria, educazione digitale, sanità digitale, efficientamento agricolo o un vero commercio elettronico».

Potrebbe apparire utopico, ma in realtà le applicazioni pratiche si moltiplicano. Dalla telemedicina alle applicazioni a sostegno dei piccoli agricoltori, dalle app stile Uber per i mototaxi a quelle che via sms aiutano le donne incinte a ricordare gli appuntamenti medici e sanitari per ridurre la mortalità prenatale, o alle molte soluzioni a sostegno dell’educazione.

Basterebbe anche ricordare le varie sperimentazioni che i fornitori di energia o di acqua stanno lanciando per utilizzare le sim-card dei telefonini per offrire forniture prepagate anche tra le classi meno abbienti e che secondo molti potrebbero essere la soluzione per portare acqua e luce anche negli slum.

In questa corsa verso il futuro – perché l’Africa non si muove e basta ma corre – le necessità sociali sembrano andare di pari passo con le aspettative del mercato.

Come ricorda, in un’intervista ad Africa e Affari, Leonardo Cerciello – direttore commerciale dell’area Africa & Middle East per il gruppo Telecom Sparkle, il secondo operatore del continente – «l’Africa peserà in una quota sempre più crescente per le aziende del settore. L’aumento della domanda dei servizi, infatti, è direttamente correlato allo sviluppo dell’economia africana o all’incremento demografico. Tutti aspetti che giustificano i crescenti investimenti dei gruppi del settore». I megatrend africani, infatti, vengono visti dalle aziende del settore come i veri driver della crescita ed è proprio facendo leva su questi elementi e sulla spinta della digital transformation che si innescano i processi per cui poi si vanno a giustificare gli investimenti in Africa, sia da parte delle organizzazioni internazionali che dei privati in Africa.

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Massimo Zaurrini, dal 2002 al 2011 lavora per l’agenzia di stampa internazionale Misna, per la quale si occupa principalmente di Africa. Collabora con varie testate italiane e internazionali, in qualità sia di giornalista sia di opinionista con radio e televisioni. Dal 2015 è membro del Comitato d’Orientamento del Centro Relazioni con l’Africa (Cra) della Società Geografica Italiana (Sgi). Con Infinito Edizioni ha pubblicato due libri dedicati all’Africa: Savané. Bambine soldato in Costa d’Avorio (2006) e La radio e il machete. Il ruolo dei media nel genocidio del 1994 in Rwanda (2012). È direttore responsabile di InfoAfrica (servizio di informazione e consulenza dedicato agli sviluppi economici e politici dell’Africa), di Africa e Affari (mensile dedicato all’economia e alla politica africana), e di Atlas (il primo quotidiano italiano online interamente dedicato agli esteri).

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