Alla fine la giustizia ha vinto. I fondi sottratti dall’ex dittatore Sani Abacha usciranno dai forzieri di Stati Uniti e Jersey (un paradiso fiscale nel Canale della Manica) e torneranno in Nigeria. Non si conosce l’entità esatta del bottino, che negli anni della sua dittatura (1993-1998), Abacha sottrasse alle casse nigeriane. I fondi ritrovati nelle banche statunitensi e britanniche ammontano a 247 milioni di dollari. La prossima settimana sarà ufficialmente firmato l’intesa formale per la loro restituzione.
Ma come verranno utilizzati? Secondo un’inchiesta realizzata del quotidiano Vanguard, il governo di Abuja ha intenzione di investire questo tesoro in più opere infrastrutturali. Si parla dell’autostrada Lagos-Ibadan, di un ponte sul Niger e dell’autostrada Abuja-Kano.
L’accordo prevede anche la restituzione di quasi otto milioni di dollari (5,8 milioni di sterline) sottratti dall’ex governatore dello Stato del Delta nigeriano James Ibori, dall’ex ministro Diezani Alison-Madueke e dall’imprenditore Kolawole Aluko.
Sani Abacha è arrivato al potere nel 1993 grazie a un colpo di Stato. Il suo regime fu caratterizzato dal malgoverno. La popolazione fu ridotta alla fame a causa della cattiva gestione delle risorse: il dittatore fece crollare il sistema di distribuzione del carburante e non diede alcuno sviluppo alle telecomunicazioni e al lavoro. Il suo mandato fu caratterizzato da diverse violazioni dei diritti umani, da una corruzione endemica e dall’incremento di rapine e prostituzione. Abacha si occupò solo dell’esportazione del petrolio (accaparrandosi gran parte dei fondi).
Morì in circostanze misteriose nel 1998 e nei giorni successivi alla sua morte il popolo nigeriano scese in piazza per festeggiare e accolse la notizia come una benedizione.
(Enrico Casale)