03/11/14 – R.D. Congo – Beni: coprifuoco e tensioni dopo nuove violenze

di AFRICA

 

Cessazione di tutte le attività e residenti chiusi in casa a partire dalle 18.30, ora locale, nell’ambito di un coprifuoco a effetto immediato e a durata indeterminata: sono le disposizioni annunciate dal sindaco di Beni, località della provincia del Nord Kivu (est) da un mese teatro di violenze attribuite ai ribelli ugandesi delle Adf-Nalu che hanno già causato più di 100 morti. Il coprifuoco, in vigore dalle 18.30 alle 6, è stato decretato durante un Consiglio cittadino di sicurezza con l’obiettivo dichiarato di “lottare contro l’impennata di massacri di civili nel territorio”, ha riferito l’emittente locale Radio Okapi.

“Un provvedimento che consentirà ai servizi di sicurezza specializzati di capire che quando troveranno qualcuno per strada si tratterà di un nemico. Rimarrà in vigore tutto il tempo necessario” ha detto Nyonyi Bwanakawa, il sindaco di Beni – 350 chilometri a nord di Goma, capoluogo provinciale – dove la tensione rimane alta.

Stamattina il vice-presidente della società civile del Nord Kivu, Omar Kavota, ha avvertito che “nella zona sta cominciando una nuova guerra”. Kavota ha diffuso un bilancio totale di 120 vittime e riferito dello spostamento di almeno 10.000 famiglie. L’attivista ha chiesto al capo dello Stato Joseph Kabila di decretare lo “stato di emergenza” nel territorio di Beni, teatro lo scorso fine settimana dell’ennesimo attacco ribelle.

Nella notte tra venerdì e sabato scorso un gruppo di uomini armati, presumibilmente esponenti delle Adf-Nalu, ha preso d’assalto il quartiere di Bel-Air, con un bilancio ufficiale di almeno sette morti. Secondo fonti della società civile le vittime potrebbero essere anche 14, tra cui almeno due militari.

Le ultime violenze hanno spinto la popolazione di Beni a manifestare per le strade della città, denunciando con forza il mancato intervento dello Stato “a tutela dei civili”. Smontata in segno di protesta una statua all’effige del presidente Kabila mentre alcuni edifici pubblici sarebbero stati presi di mira, prima che il corteo venisse disperso da gas lacrimogeni e colpi d’arma da fuoco dissuasivi.

L’attacco del fine-settimana si è verificato poche ore dopo la visita di Kabila a Beni, che ha promesso una riorganizzazione del comando regionale dell’operazione militare contro i ribelli ugandesi e ha chiesto rinforzi alla locale Missione Onu (Monusco); una domanda già accolta dal responsabile dei caschi blu in Congo, Martin Kobler. Ma dietro questi ultimi fatti ci potrebbero essere anche responsabilità congolesi. Tra i sospettati arrestati ieri, “ci sono diversi cittadini congolesi” ha annunciato il ministro dell’Interno Richard Muyej, denunciando il fatto che “il nemico è ormai dentro la città”. Il ministro ha poi chiesto “la piena collaborazione della popolazione per aiutarci a porre fine a questa guerra”, insistendo sul fatto che “dobbiamo evitare di fare il gioco del nostro nemico”. – Misna

 

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