I vescovi del Togo parlano di irregolarità nelle recenti elezioni presidenziali che si sono tenute il 22 febbraio. «Il voto si è svolto in un clima relativamente pacifico – hanno scritto i prelati nella loro Lettera sulle elezioni presidenziali del 22 febbraio –. Ma per quanto riguarda la trasparenza e l’equità di queste elezioni, in coscienza, non si può dire lo stesso».
Nella lettera, sottolineano che il loro supposto silenzio non era sinonimo di indifferenza, ma di prudenza per evitare possibili incidenti. I vescovi chiedono «il ripristino della verità delle urne» e riaffermano la loro indignazione per il rifiuto dell’accreditamento degli osservatori elettorali della Commissione Giustizia e Pace. «La presenza di osservatori della società civile a fianco degli organizzatori istituzionali – affermano – avrebbe probabilmente creato la fiducia degli elettori, sulle credibilità dei risultati dei voti da loro espressi».
La Conferenza episcopale riconferma la fiducia a mons. Philippe Kpodzro, arcivescovo emerito di Lomé, il cui domicilio era stato circondato dalla polizia, impedendogli di uscire, dopo che il presule aveva chiesto alla popolazione di manifestare il 28 febbraio. Mons. Kpodzro ha denunciato il risultato provvisorio delle elezioni presidenziali del 22 febbraio dichiarando che il vincitore è in realtà Agbéyomé Kodjo. Quest’ultimo, secondo i dati ufficiali, ha ottenuto il 18,37% dei voti contro il 72,36% del presidente uscente Faure Gnassingbé.
La presa di posizione della Conferenza episcopale del Togo arriva a poche ore dalla proclamazione dei risultati finali del voto da parte della Corte costituzionale.