Tensioni durante il voto in Guinea. L’opposizione ha denunciato che almeno 10 persone sono state uccise negli scontri che si sono tenuti ieri, 22 marzo, nella capitale Conakry durante le operazioni di voto per il controverso referendum e le elezioni legislative.
I sostenitori dell’opposizione hanno attaccato alcune stazioni di polizia, bruciato seggi elettorali e distrutto l’attrezzatura per il voto. Gli agenti hanno reagito duramente sparando gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Queste vittime sono le ultime di una serie di uccisioni. Secondo l’opposizione, almeno trenta persone sono state eliminate nei mesi scorsi nel corso delle proteste contro il referendum.
Questo voto è stato duramente contestato dai partiti di opposizione, ma anche dalle organizzazioni internazionali. In molti accusano il presidente Alpha Condé di volere, attraverso le elezioni e il referendum, rafforzare la sua posizione per potersi poi candidare per un terzo mandato (ora vietato dalla Carta fondamentale).
Da parte sua, Condé, 82 anni, insiste sul fatto che la nuova Costituzione porterà a riforme positive, soprattutto per le donne.
Le autorità sanitarie sono preoccupate anche dal fatto che le operazioni di voto, con i relativi affollamenti ai seggi, si svolgono nel corso di un’epidemia di coronavirus che potrebbe mettere in seria difficoltà il fragile sistema sanitario locale.