In Africa Occidentale si comincia a fare i conti con la crisi economica prodotta dal coronavirus e si mettono in campo le prime misure per cercare di tamponarla. E i primi a farlo sono la Costa d’Avorio e il Ghana. Due Paesi che hanno avuto, negli ultimi anni, una crescita sostenuta ma che, tuttavia, sono soggetti all’oscillazione dei prezzi delle materie prime a livello globale. La Costa d’Avorio ha stimato che la crescita economica subirà, nel 2020, una pesante contrazione fino al dimezzamento del Pil. Il primo ministro ivoriano, Amadou Gon Coulibaly – probabile candidato dell’attuale maggioranza alle presidenziali di ottobre, ammesso che si tengano – ha detto che la crescita stimata per il 2020 di un più 7,2 per cento potrebbe essere dimezzata e attestarsi a un più 3,6 per cento. Numeri che sembrano segnare un orizzonte ottimistico perché la crescita della Costa d’Avorio dipenderà molto dalla contrazione che subirà la crescita a livello globale e dalla domanda di materie prime che Abidjan esporta, come il cacao. Il Premier, inoltre, ha annunciato un piano di risposta all’emergenza coronavirus di 2,5 miliardi di euro, pari al 5 per cento del prodotto interno lordo del Paese.
Il Ghana – produttore di petrolio, oro e cacao – è stato tra le dieci economie con il tasso di crescita più rapido in Africa. Il Fondo Monetario Internazionale, per il 2020, aveva previsto un tasso di crescita del 5 per cento. Ma la crisi rischia di travolgere anche Accra. Il Ministro delle Finanze ghanese, Ken Ofori-Atta, ha reso noto che le attuali previsioni attestano la crescita intorno all’1,5 per cento, ma potrebbe subire un’ulteriore contrazione visto che il Paese si appresta ad affrontare un lockdown totale per rallentare la diffusione del virus. In Ghana si sono registrati, fino ad ora, 152 casi e due decessi. In un discorso al Parlamento, il Ministro delle Finanze ha detto che «mai prima d’ora nella storia della Quarta Repubblica, l’intera economia del Ghana ha subito un tale shock». Per venire in soccorso all’economia del Paese, la Banca Centrale ha tagliato i tassi di interesse, mentre il Governo ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale un finanziamento di emergenza pari a 550 milioni di dollari.