Covid-19 | Kenya, nuove regole per i campi profughi

di AFRICA

L’entrata e l’uscita da due grandi campi profughi in Kenya che ospitano circa 400mila persone da oggi sono vietate per evitare possibili casi di coronavirus. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno kenyota Fred Matiangi. Il divieto, ha scritto il Ministro su Twitter, riguarda il campo profughi di Dadaab nell’est (che ospita 217mila persone) e il campo profughi di Kakuma nel nord-ovest (dove vivono in 190mila): si tratta di persone di nazionalità per lo più somala, sudsudanese ed etiope, alcune delle quali sono lì da due decenni.

Il Kenya, che ha denunciato 384 casi di coronavirus dal 13 marzo, non ha ancora segnalato alcun caso nei due campi. «Una possibile epidemia di coronavirus sarebbe un disastro se le aree per la quarantena sono insufficienti e con un unico centro sanitario dedicato a Covid-19 con 110 letti a Dadaab», ha scritto su Twitter Philippa Crosland-Taylor dall’organizzazione di Ginevra CARE. Il Kenya non ha imposto il contenimento totale, ma ha stabilito un coprifuoco dal tramonto all’alba e ha bloccato i movimenti in entrata e in uscita da Nairobi e in tre città costiere, oltre che nella contea di Mandera, nel nordest.

Eujin Byun, portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ha voluto chiarire che le nuove restrizioni non comporterebbero un «cambiamento significativo» per i rifugiati e nemmeno per quanto concerne l’emissione di pass che consentono loro di uscire dalla regione (erogazione interrotta dalla fine marzo). Alle organizzazioni umanitarie, inoltre, sarà autorizzata l’entrata nei campi «caso per caso» e saranno ancora consentite le consegne di aiuti essenziali nell’area.

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