In Egitto, il coronavirus nasconderebbe una ripresa della pratica (vietata) delle mutilazioni genitali femminili. Lo ha affermato il procuratore generale che ha promosso un’azione legale urgente contro un uomo che, con la scusa di curare le tre figlie dal Covid-19, avrebbe loro imposto il taglio dei genitali. Sia il padre che il medico che hanno eseguito la procedura sono ora ufficialmente indagati e dovranno rispondere delle mutilazioni di fronte a un tribunale penale.
A denunciare l’uomo è stata l’ex moglie e madre delle ragazze. Divorziata dal padre, ha scoperto l’intervento sulle figlie e ha chiesto alle ragazze chi lo avesse praticato e quando. Le figlie le hanno risposto che il padre aveva detto loro che dovevano essere «vaccinate» contro il coronavirus. L’iniezione loro praticata non era in realtà un vaccino, ma un potente anestetico. Una volta drogate sono state praticate su di loro le mutilazioni.
Dal 2008, l’infibulazione è illegali nel Paese ma, in segreto, viene ancora effettuata. Questa pratica antichissima, che non ha nulla a che fare né con la tradizione musulmana né con quella cristiana, riguarda ancora tra l’85 e il 95% delle donne.